Fanni e il luogo comune

fanny

 

L’ultima musa di Truffaut,Fanni Ardant, per me una delle donne più affascinanti del cinema, oggi 67enne, ha rilasciato tempo fa al Corriere delle sera una intervista in cui dichiarava, tra l’altro:
-Se Proust fosse stato felice non avrebbe mai scritto ‘La recherche’. A chi interessano i racconti sulle casette e il prato? Adesso mi chiederà se sono anch’io infelice . E io sono un po’ infelice. Ma è anche una fortuna. Se non avessi sentito le belve assalirmi, avrei passato la vita stesa a mangiare cioccolato-
Non concordo, se si sopravvive alle belve si è  soddisfatti di se stessi ed è una cosa grande, che ti stimola, ti regala entusiasmo, aumenta la tua autostima  e di conseguenza la creatività in ogni sua espressione.
Ma questo è il mio pensiero,  forse ha ragione lei  e torniamo al solito luogo comune: per “creare” bisogna essere sofferenti, lacrimosi e tetri?

25 pensieri su “Fanni e il luogo comune”

  1. Assolutamente no, tanti artisti hanno fatto i loro capolavori in perfetta serenità. Tutto dipende dai caratteri… ahahah il prato e la casetta, io faccio il micio che dorme sul suddetto prato. Tiè!!!
    Gran bella Donna lei!!!

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  2. Ecco perchè mi sento sempre così triste e depresso!!! solo che, come lei, non ho ancora trovato qualcuno che mi aiuti a trasformare la tristezza e la depressione in opere di bene o quantomeno di successo… Scherzi a parte: ognuno ha le proprie modalità e non esiste una sola via. Il problema è trovarla…
    bacio sempre

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  3. Ciao Viki, sono d’accordo con te . Ogni artista essendo essere umano vive momenti di felicità, di tristezza, ferite, lutti eccetera perché fanno parte della vita . La creatività ha bisogno di momenti di serenità , di lucidità , di buon senso, di fantasia . É davvero triste che tanti artisti che hanno avuto grande successo nella maggior parte dei casi hanno dilapidato tutto il guadagno o hanno ricevuto meriti solo post mortem …

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