Eri un uomo con un kiul da favola

latobarte

Copia romana del Diadumenos di Policleto, 69-96 d. C.

Repost di un mio scritto dell’anno scorso,ero sbarcata qui da alcuni mesi, ora che ci conosciamo meglio ho pensato di riproporre questa pagina di diario che spero vi divertirà  🙂

 

Nella nostra società il nudo di donna è una vera e propria icona, sempre a mezzo come ilprezzemolo.
Può trattarsi dell’articolo in toto, oppure degli attributi più concupiti, insomma dellafemmina non si butta via niente, tutto è edibile per il maschio, che ne è soggiogato dalla culla alla tomba.
Nel senso che lei lo mette al mondo e poi, statistiche alla mano, organizza anche il suofunerale.
Ci sono mille e mille cantori delle venustà muliebri.
Tette, culo, pancia, per non parlar della passera, hanno sempre eccitato la fantasia dei nostri compagni, spingendoli addirittura a scriver poemi su di noi con i quali, spesso,hanno raggiunto le vette più alte di ispirato lirismo.
Io invece voglio qui tesser le lodi del tuo pregevole maschio sedere, la cui bellezza mitoglieva il fiato.
Quando ti ho conosciuto ho deciso che eri sì un gran bell’esemplare di maschio giovane, ma di sicuro non Einstein.
E neppure un lontano cugino.
Ma…
Quando ti togliesti i pantaloni per correre in costume verso l’acqua … ecco la folgorazione; mai visto in vita mia un culo maschile più bello.
Le tue natiche erano un blocco duro, un gioiello perfettamente chiuso, due sfere di muscoliguizzanti, senza un’ombra di grasso che le deturpasse.
M’innamorai di “lui” e decisi che dovevo averlo.
Nonostante tu fossi l’oggetto del desiderio di tante donne di ogni età per la fama di sciupafemmine che ti aleggiava intorno fu facile convincerti a seguirmi nella mia frescaalcova visto che il tuo posteriore si intese subito con le mie pregevoli signore tette:anche qui, una folgorazione.
Del resto come avrei potuto dubitarne…
Gli uomini non scordano mai, finché campano, la fonte del loro primo pasto, e forse la mia, di fonte, era migliore in quel momento di tante altre.

Durante la notte che seguì al nostro incontro, mentre dormivi il giusto sonno del grandeamatore – grande si fa per dire poiché eri stato davvero scarsino a prestazioni, come del resto quasi tutti gli uomini molto belli che pensando di averti onorato a sufficienzaelargendoti una rapida ripassata, non si impegnano per niente – potei finalmente ammirare il tuo posteriore nudo a mio piacimento.
Fu allora che cominciai a filosofeggiare su quei due globi di carne, perdendomi con gliocchi nelle loro curve e a chiedermi quanti milioni di anni ci erano voluti prima che la specie arrivasse a tale perfezione di forme e proporzioni.
Avrei voluto davvero aver l’eloquenza di un vero poeta per render giustizia a tal duplicato di prodigi.
Successivamente in loro trovai una bonomia sorridente che mi faceva tenerezza.
Ogni minimo fremito di quella carne tosta era per me motivo di ammirazione, che mi portava a baciarli, leccarli, cercar di azzannarli.
Se fossi più versata nell’arte del lavoro a maglia, avrei intrecciato per le tue natichecorredini, bavaglini, piccole camice di raso e seta, le avrei rivestite, insomma, come un pargolo reale.
Parevano due frutti freschi, consumabili sia d’estate che d’inverno, perché la perfezioneva sempre in coppia.
Ma soprattutto dal tuo didietro emanava un buon umore, un’affabilità per gli esseri e lecose che invitava a intese idilliache.
E questo è davvero strano, perché non avevi un carattere molto socievole, eri presuntuoso,arrogante e sorridevi di rado.
Per questo quando il tuo viso si accigliava, pensavo alle tue chiappe, sicura di trovarviamicizia e conforto.
Del resto le natiche son l’immagine del paradiso, un simbolo di ricchezza, una viventecuccagna: perciò esercitano tanta attrattiva, anche su di me.
Tu non lo sai ma ho dato alle tue dei nomi, come Stanlio e Ollio, Bonny and Clyde, Tom eJerry, le Celesti Sfere, le Marx Sisters.
Il tuo sbalorditivo deretano mi attirava talmente che sopravvivevo a malincuore lontano date o meglio dalle tue rotondità scultoree.

A onor del vero anche l’ampia schiena che si innestava sulle natiche era pregevole: grandorsale, trapezio, deltoide da manuale di anatomia.
Certo che il bodybuilding fa ..caspio se fa.
E infine, a rivestire il cranio, i tuoi capelli, folti, morbidi, leggermente lunghi sulcollo, adorabili da accarezzare e da baciare.
E sotto i capelli…niente.
Il vuoto.
Il deserto dei Tartari, con buona pace di Buzzati.
Ma avevi un gran bel sedere, due vere chiappe imperiali, le mie due chicche, i miei gioielli; in fondo, con un sedere così, chi pensava al cervello?  :mrgreen:

27 pensieri su “Eri un uomo con un kiul da favola”

  1. Eh beh ti capisco, anche se ho riso quando ho letto che come prestazioni fu scarso…tipico!
    Io non mi considero un Adone ma sono piuttosto famoso in certi ambiti, mai come sciupafemmine però. Non mi permetterei mai!
    Ho parecchi segni di morsi nel mio lato b ma mi interessa usare testa e prestazioni notevoli…forse sono un po’ pepato anch’io ahahhahha

    Comunque sia rende bene lo scritto. Quando si vedono fisici notevoli è difficile pensare al cervello, anche se tante volte è solo una corazza per nascondere un vuoto tremendo (prestazioni scarse, poca testa, ecc…). La “cultura” dell’apparire cade sempre di fronte all’Essere…menomale!
    Ho avuto ragazze che se anche parevano figlie di Afrodite, avevavo un grado di maturità pessimo…sul lungo andare pesa!

    Buongiorno Viki, bello davvero 🙂

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  2. Confesso che la prima cosa che mi ha colpito di mio marito, dopo chli occhi, è stato proprio il didietro! Per fortuna ha anche un gran cervello, cosa assai rara al giorno d’oggi….E ammettiamolo che anche noi donne guardiamo con avidità il kiul! E che sia bello, alto, sodo e sporgente il giusto. Super muscoloso per me, alla Robbi Bolle

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    1. bello, ho trovato su wiki la risposta:
      -In molte aree dell’arco alpino è la festa degli uomini. O quantomeno dei loro genitali e quindi, per estensione del termine, anche di chi li porta in giro. Fonti attendibili danno la festa di derivazione napoleonica, quando i soldati che indossavano fuseaux attillatissimi dovevano, per motivi di ordine visivo, sistemare i “gioielli” a sinistra – les deux á gauche (i due a sinistra). L’immensa ironica saggezza popolare ha fatto il resto ed il tutto è diventato les deux août….(il 2 agosto). …ciauuu

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