Brexit, secondo il Guardian gli ANTI Ue passano in testa nella media dei sondaggi

Brexit: Johnson, mercato unico? Si esporta meglio da fuori

Boris Johnson

Gli anti Ue passano in testa, 52% contro 48%, nella media aggiornata di tutti i sondaggi condotti in Gran Bretagna in vista del referendum sulla Brexit del 23 giugno. Loriferisce il Guardian online, riportando inoltre un’ultima singola rilevazione dell’istituto Icm, secondo la quale ‘Vote LEAVE’ è al 53% contro il 47% dei ‘REMAIN’.

Mentre Mattarella a Bucarest dichiara:- Credo che il restare nell’Ue sia non solo nell’interesse della Gran Bretagna e dell’Unione europea, ma anche in quello della storia e del suo progresso- l’ex sindaco di Londra Boris Johnson va avanti a testa bassa dichiarando :- Fuori dal mercato unico è meglio – con gli euroscettici britannici che a dieci giorni dal referendum Ue sì-Ue no del 23 giugno puntano sulla paura dell’immigrazione “fuoricontrollo” e argomentando in materia economica che si può esportare nel mercato unico anche dal di fuori. Perfino meglio, sentenzia Johnson, citando due imprenditori di fama convertiti al verbo divorzista. I sondaggi, per quel che contano in un ginepraio di cifre contrastanti, sono tornati a incoraggiare negli ultimi giorni il fronte di ‘Vote Leave’.  A poco valgono i moniti sui rischi del dopo Brexit che in tanti – dal premier DavidCameron ad analisti ed esponenti politici di mezzo mondo – continuano a lanciare. Il biondo ex sindaco conservatore minimizza l’effetto più temuto d’un eventuale addio al Club dei 28. -Fuori dal mercato unico non c’è la catastrofe- ha assicurato, forte dell’adesione che alla causa del divorzio comincia ad arrivare anche da una parte del mondo del business britannico: è il caso di lord Anthony Bamford, numero uno del colossomeccanico Jcb, o di James Dyson, progettista e fondatore di un’azienda leader mondiale degli aspirapolvere senza sacchetto, citati entrambi da Johnson a sostegno della tesi secondo cui dal 1993 al 2015 ben “36 Paesi” esterni all’Ue – inclusi India, Russia, Cina,Usa, Canada e Brasile – “hanno fatto meglio della Gran Bretagna” in proporzione quanto a esportazioni in Europa. E lo hanno fatto “senza avere il 60% delle loro leggi imposto da Bruxelles”.

Estratto da Ansa.it

Seguo con molto interesse l’evoluzione degli eventi “Brexit”,  con il referendum  vicino. Certo è che, in ogni modo, questa europa, egemonia Deutch, unita solo da una moneta, subirà un ulterore forte”scrollone”. E mi chiedo: uscire dall’Ue è una condanna oppure una conquista?  Perché U.K. è un paese “ricco” ma non è l’unico in questa sgangherata unione, quindi  l’eventuale Brexit potrebbe costituire un precedente pericoloso…

33 pensieri su “Brexit, secondo il Guardian gli ANTI Ue passano in testa nella media dei sondaggi”

  1. La gente comune ci rimette sempre e comunque, anzi starebbe ancora peggio (un po’ come se l’Italia tornasse alla Lira…non sarebbe la soluzione). Londra ha un tasso di povertà altissimo, come il resto del Regno Unito. Se non si creano delle sane opposizioni, si lascia prendere piede ai populisti di ogni tipo. La gente comune li vota perchè c’è poca coscienza e quindi, è la moda svendersi al potere (che sia un potere nazional-popolare o tecnocrate). Uscire dall’Europa sarebbe una condanna…per qualsiasi Paese (è solo un pretesto di nazionalismo infame). Certamente l’Europa deve cambiare e cambiare in maniera radicale ma almeno io non giustifico quelli che vogliono guardare solo la propria casa. Oggi parlare di “unità” è proprio un romanzo fantasy…

    Buongiorno Viki

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    1. buongiorno ade…ma è anche una condanna sottostare a certe imposizioni che tornano a vantaggio di pochi paesi, i soliti…quindi per poter parlare di unità c’è da rivedere tutta l’impostazione di base di questa europa di carta…

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      1. L’Europa ci sarebbe, la stessa Europa che ha sconfitto il nazi-fascismo. Sono certi politici che la rappresentano male, con un sistema che non funziona (capitalismo). Io non voglio nazionalismi, non voglio gente che da colpe a immigrati e stranieri (quando la colpa è di altri).
        Che sia un potere bancario o un potere autarchico, nomi diversi e stessa merda…

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      2. non condivido, l’europa così come è strutturata ha bisogno di cambiamenti appunto strutturali, di fondamenta, non ne faccio una questione politica ma sociale, poi a ciascuno il suo.

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      3. Senza coscienza si farà poco e soprattutto con gente che guarda solo casa propria, si farà ancora meno.
        I nazionalisti per me sono mafia, ergo un “fenomeno” da estirpare.
        Bisogna fare come in Francia…altro che votare se stare o meno nell’Europa!

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      4. In Francia i sindacati di sinistra si so fatti sentire…finalmente uno potrebbe aggiungere ahahah
        Nonostante che le loro riforme siano molto più soft delle nostre ma comunque a danno della gente che lavora, si sono arrabbiati…

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  2. Buon giorno Viki.
    L’unica strada che abbiamo tutti noi “europei” per sopravvivere e poter rilanciare iniziative per un ridistribuzione del reddito, nonchè la riconquista de nostri diritti, è quella di ricominciare dalle nostre specificità territoriali. Ben venga brexit, ma dovremmo iniziare a ragionare sull’ Itexit.
    Ciao

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    1. mi piaci pietro, ottimo commento che condivido in pieno: “è quella di ricominciare dalle nostre specificità territoriali.” già, sic est anche per me. e con questo aggiungo che di lekkakiul politicamente parlando ne ho abbastanza

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  3. Buongiorno, io sono di opinione contraria, l’Europa alla fine ha fatto bene solo ai paesi che stanno agli estremi della corda, quelli meno forti o comunque che hanno sempre viaggiato su regimi economici molto bassi e quelli che invece hanno un’economia di sfondamento (v/Germania) per chi sta in mezzo (noi) secondo me non ha portato quei grandi vantaggi o quei privilegi che ci si aspettava.
    L’errore non è quello di uscire dall’Europa ma è stato quello di entrarci equiparando mercati che viaggiavano su livelli monetari ben diversi, per noi ha voluto dire la condanna definitiva del Made in Italy,
    Quindi Europa ed Euro dati alla mano hanno portato ad 8 anni di recessione, alla perdita di 300 miliardi di Pil dal 2014, riduzione della produzione industriale del 25%, aumento della disoccupazione, del precariato e del lavoro in nero….si del lavoro in nero, è stimato infatti che l’economia sommersa sia pari al 27% del Pil e circa 200 miliardi di redditi non dichiarati.
    L’Italia quindi non è in grado di rispettare il Fiscal compact ed è tecnicamente fuori della zona Euro in quanto non in grado di soddisfare una delle condizioni fondamentali, un rapporto tra il debito pubblico ed il Pil inferiore al 60%.
    Uscire dall’Europa e tornare alla Lira?
    Gli svantaggi più grandi? quelli di avere sugli scaffali molti più prodotti Italiani e locali, quello di ridare in mano le attività agli Italiani, quello di lottare per un’economia interna che arricchisca gli Italiani….certo il passo non sarà facile ma le prospettive al momento non ci portano a panorami più rosei.
    Inoltre bisogna che lo Stato Italiano capisca che i buoi che tirano il carro in Italia sono l’Industria (piccola o grande che sia), il commercio ed il turismo e finchè metti le aziende nelle condizioni di chiudere con tassazioni esagerate e vincoli idioti la tua economia è destinata a soccombere.

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    1. I nostri non sono sindacati…sono burocrazie. Quelli francesi hanno dirigenze molto più vicine alle persone. Non si possono fare i paragoni. I nostri sindacati funzionavano una volta, forse anche meglio di quelli francesi ma ora no…almeno per adesso…

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  4. Condivido in toto la visione di pietro. Con l aggiunta che sono pessimista… il potee ci vuole tutti omologati a consumare. Ritornare ad essere individui con le proprie specificità e diversità mi sembra un cammino cosi in salita. Non resta che aspettare ciò che succederà… 😊

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      1. Sai… ho tutto il mio pensiero (povero, semplice e di certo inadeguato) ma io credo che recuperare dignità e identità sia prioritario in questo mondo che ci vuole tutti uguali ed omologati. Dove pensarla in modo diverso è non essere “politically correct”. Cosi come è fatta l’ Unione Europea (e non solo) è solo un misero servo di altri poteri. E noi poveri schiavi costretti alla globalizzazione e al consumismo. Ci vogliono togliere radici ed identità parlandoci di uguaglianza e sovranazionalità, di grandi progetti. Neolingua. Voglio vedere anch’io come va a finire in UK… e, cmq, sono solo pensieri sparsi di una cinquantenne che progetta di ricominciare in Africa. Un baciottolo 😀

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    1. mah quarc…secondo me creerebbe un precedente…l’egemonia deutch deve finire, ci vuole equilibrio tra i popoli, ogni stato ha la propria dignità che va rispettata…quello che è successo alla grecia-che però ha la fortuna di avere un tsipras- non deve rfipetersi…e guarda che noi siamo allo stesso livello, solo che un matteuccio si inkina con grande facilità in cambio di poltrone, alexis no emeglio non dica che penso di questo personaggio che si vende per una brutta copia di air force one…. Quindi l’europa deve cambiare, così come è …è l’egemonia di pochi e la schiavitù di molti altri, con un’unica moneta che per noi è catastrofe…

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