VENEZIA, testo di VIKI e foto di ADRIANA: il nostro omaggio alla Serenissima

Adriana Lissandrini è una pittrice e fotografa veneziana con la quale, tempo fa, ho collaborato per un certo portale: ci hanno proposto una mostra virtuale della Serenissima con le foto di Adriana da me commentate.
Ecco il nostro lavoro, non completo,troppo tempo ci sarebbe voluto a ridurre tutti gli scatti e poi postarli,ho scelto comunque le composizioni per me migliori. A decisione nostra le foto inserite nel servizio non sono le solite cartoline della venezia per turisti, non ci sarebbe stato neppure “gusto” a commentarle 🙂

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-Giace Venezia ancora dinanzi ai nostri sguardi come era nel periodo finale della sua decadenza: un fantasma sulle sabbie del mare, così debole, così silenziosa, così spoglia di tutto all’infuori della sua bellezza che qualche volta quando ammiriamo il suo languido riflesso nella laguna rimaniamo incerti quale sia la città e quale l’ombra.
Io vorrei sforzarmi di tracciar le linee di questa immagine, prima che scompaia per sempre e di raccogliere, per quanto posso, il monito che si sprigiona da ogni onda che risuona come un rintocco funebre, quando si frange contro le pietre diVenezia-

Da “The stories of Venice” di james Ruskin (1851)

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Chi meglio di Adriana, figlia della Laguna e Artista, poteva dipingere in fotografia Venezia, che per me è una delle città più belle  del mondo? Venezia, voluta dal nulla su foreste sommerse, ottenuta con la forza e a poco a poco portata a questo grado di esistenza.
Ecco immortalato l’oro bizantino di una sua spiaggia al tramonto

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In una delle sue più celebri  canzoni Guccini canta:
“Venezia che muore, Venezia appoggiata sul mare,
la dolce ossessione degli ultimi suoi giorni tristi, Venezia, la vende ai turisti…” stimo moltissimo Francesco, uno dei nostri più grandi cantautori, ma non condivido il suo dire.
Venezia non muore, è come l’araba fenice, risorge sempre dalle proprie ceneri. E’ il suo mistero a renderla immortale:il mistero di un arco perfetto che inquadra una piccola calle e una donna laggiù che va…ma dove?

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Il tempo nella città dei Dogi si ferma spesso, da qui la sopravvivenza all’eternità, in respiri di colore, quelli che Adriana coglie così bene, nitidi, gloriosi a rinnovare mura vecchie rossastre nel grigio del tempo.
Il sole si fa scultore, l’acqua specchio di magie.

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-Non si può far sanguinare un puro spirito con un morso, recita un antico adagio taoista,
ma a Venezia sì, si può.
I fantasmi qui sono sanguigni: tutta la follia sessuale di Casanova insieme all’esasperato languore romantico di Byron e agli efferati tradimenti di George Sand e Alfred de Musset.
La Serenissima diventa finalmente per noi la città di fantasmi che è sempre stata, una città di vicoli bui, di silenziosi viaggi in barca, di vagabondaggi di mezzanotte.
Ignoriamo il resto del mondo: viviamo dentro il corpo, gli occhi, il cuore l’uno dell’altra.
Condividiamo quei sacramenti del sesso che possono segnare l’inizio di una nuova vita insieme o essere semplicemente fini a sé stessi.
Per questo i fantasmi di Venezia ci reclamano e noi torniamo a letto, tra le acque cupe, sotto un cielo che solo Turner sapeva dipingere, in questa città che sa di carni corrotte, di gatti, di amanti, di vicoli bui, di gondole e di ingordigia, di borsaioli e poesia-
da “Diari veneziani” di VIKI

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Come è intricata Venezia: ricordate “Il miracolo della S.Croce del Carpaccio” con la foresta di camini in una Venezia di fine ‘400?
Guardando questa fotografia l’anima di una grande città costretta tra acqua e cielo in un proliferare di finestre, tetti, ponti e camini è impressionante. Come nel quadro del Carpaccio, appunto.

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-Venezia è un fantasma sulle mobili sabbie del mare,un debole,languoroso riflesso nelle acque della laguna.
In questa aria irreale di falsa morte annunciata, contemplando nei canali colori e forme magicamente alterate spesso incerta mi chiedo quale sia la vera città , se quella sopra l’acqua o quell’altra che nel liquido elemento respira-
da “Diari veneziani” di VIKI
Anche Adriana credo abbia spesso questo dubbio, tanto da fotografare la sua amata Venezia in mille multicolori riflessi.

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Guardate la meraviglia di questo rosso –blu-arancio-cremisi: mi ha fatto pensare a una maschera Veneziana vestita di colori sgargianti , un maschera dei folli carnevali settecenteschi, spesi alla ricerca dei mille volti del piacere.
Anche il nero della gondola si colora rischiarando il nero di riflessi solari.
Non c’è Mann con “Morte a Venezia “ qui: piuttosto Fellini con il suo “Casanova”.

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Qui la magia di Venezia esplode addirittura: la natura di questa città non è di monti o alberi o pietre.
E’ di acqua e di aria, cioè di elementi puri, quasi immateriali, non plastici, ma di colore.
Ecco l’immagine della Serenissima sbocciare tra l’aria e l’acqua, in macchie mobili e felici d’un canto di colore senza fine.

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Si respira gioia di vivere, nei colori accesi e disegni fantastici di queste barche immerse nel sole : non posso fare a meno di pensare alle domeniche veneziane quando le bandiere e il gonfalone palpitano gonfiati dal vento in piazza S.Marco mentre nella basilica, tra sentori di incenso, si svolgono solenni riti religiosi.

 

16 pensieri su “VENEZIA, testo di VIKI e foto di ADRIANA: il nostro omaggio alla Serenissima”

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