L’enigma dei vecchi scarponi di Van Gogh

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scarponi di Vincent Van Gogh- 1886-olio su tela

Van Gogh dipinse un’intera serie di tele dedicate a vecchi scarponi, vi si dedicò quasi fino alla morte.
Tre studiosi come Heidegger, Schapiro e Derrida si sono interrogati sul significato di tali dipinti, sul perché Van Gogh abbia dimostrato tanto interesse per un simile soggetto.
A me piace pensare che le scarpe fossero dell’Artista : nell’usura della pelle e delle suole leggo quella giornaliera della sua vita. E con Picasso affermo:
– Van Gogh è immenso perché capace di nobilitare col suo pennello anche un paio di vecchie scarpe-
Infine , da il ciottolo.blogspot.it, riporto qui il poetico commento al quadro:

È sotto la suola

tutta la solitudine del cammino,

alle spalle ciò che era vetta

si fa bassa pianura, terra da sfibrare

perché si consegni vergine al raggio.

Nel gioco dei desideri la speranza

è una gioia selvaggia nel cartoccio

affrettato di una preghiera: un passo

impalpabile sulla placenta del seme

che germoglia spiga in petto

già prima di radicare.

25 pensieri su “L’enigma dei vecchi scarponi di Van Gogh”

  1. anche della famosa camera esistono diverse versioni, studiava il colore e il tratto. le considero come uno studio dell’artista per raggiungere la perfezione che ha impressa nell’anima e che non ha ancora raggiunto sulla tela.

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  2. Gli scarponi di Vincent Van Gogh

    Folle l’immobilità senza ombre
    condanna al silenzio turbolente
    e perenne la polvere calpestata
    dalla solitudine dipinta
    nel labirinto di drammi quotidiani …
    tragedie esistenziali nello spazio
    e nel tempo feroce: ascesa e declino
    – finzione e desiderio – l’ambigua trama
    che spinge all’incontro con la voragine
    di un vuoto e la paura delle tenebre
    illuminate per contrasto che esaltano
    quell’implacabile respiro in affanno.

    Sono solo due scarponi rabbiosi e consumati
    al centro di un sentiero di pensieri
    annodati ai colori a brandelli
    caduti sulla tavolozza che sedimenta
    la folle magia dell’artista. Sono segni
    di passi chiodati e sfilacciati di una vita
    precipitata nelle grida di un vento tempestoso
    che accarezza quel grigio e sgretola nuvole lacerate
    dallo spazio infinito del dipinto
    che sonda e increspa le nostre coscienza.

    Hugo Salvatore Esposito

    Milano, gennaio 2020

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