

Non penso si possa discuterne, anche se personalmente ho altri gusti in fatto di uomini,Alain è stato bellissimo: prendo due films a caso : ” Rocco e i suoi fratelli” del 1960 e “Il gattopardo” del 1963, tutti e due di Luchino Visconti.
Ritengo che sia molto più difficile invecchiare per un’icona di Bellezza che per un comune mortale.
Guardarsi nello specchio e vedere quello che il tempo ti ha rubato riducendo a un rudere un corpo che sapevi bellissimo, che tutti ammiravano e invidiavano, che ti procurava onori e piaceri, deve essere angosciante, a meno di non trovare un senso alla vecchiaia impegnandosi in attività per le quali il cervello riveste più importanza del corpo, vedi Brigitte Bardot…una ex bellissima- nella prima foto con Alain- che ammiro molto per come ha saputo riciclarsi e della quale parlerò prima o poi.
Ma tornando a Delon non è stato così fortunato: i suoi 80 anni si perdono nelle nebbie della depressione, che lo perseguita da anni.Oggi ha venduto la maggior parte delle sue proprietà, vive in solitudine tra la Svizzera (di cui è cittadino dalla metà degli anni ’90) e la Francia nella vasta proprietà dove ha sepolto i suoi cani e ha preparato la cappella funebre per sé e per le donne e i figli che vorranno fargli compagnia nell’ultimo viaggio.
Insomma è un crepuscolo difficile per l’attore che dominò il cinema europeo per oltre 30 anni. Figlio del piccolo proprietario di un cinema di provincia e di una farmacista, fu abbandonato dai genitori divorziati ad appena quattro anni. Dato in affidamento, fu un adolescente difficile, costantemente punito a scuola, insofferente della disciplina .
Poi il suo aspetto da “bello e dannato” gli apre le porte del cinema: i migliori registi europei dell’epoca se lo contendono da visconti ad antonioni, da zurlini a godard.
Francamente, non l’ho mai trovato un bravo attore, tranne che ne “La prima notte di quiete” di Zurlini.Ma è opinione personale.
Altrettanto ricca-e in parte disastrata- è stata la sua vita privata tra amori folli (Nathalie Delon, Jill Fouquet, Romy Schneider, Nico, Dalida, Mireille Darc, Rosalie Van Breemen), figli sovente trascurati (e sono ben otto ), speculazioni di dubbia origine, passioni pericolose (i cavalli, la boxe, il gioco), rischiose amicizie con esponenti della malavita e perfino noie con la giustizia come nel misterioso assassinio del suo body-guard, Stevan Markovich.
Oggi Alain Delon si guarda indietro e dichiara:
-Ho pensato spesso al suicidio, vedo bene la scena e farlo è un gioco da ragazzi. Il difficile non è questo, è riflettere per non passare all’azione-
E guardare avanti per affrontare l’ultima battaglia, la più difficile, con queste premesse non penso sia facile…
Auguri Alain!

Bello, senza dubbio, ma non è una bellezza che incontra i miei gusti. Senza dubbio, alla base dei suoi problemi c’è la dipendenza che poi è sfociata in altre problematiche, compreso l’ambaradan dei suoi contatti con la malavita.
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non saprei…io l’ho visto a Caness nel 87, avevo 10 anni, e mi parve ancora bellissimo, lo era…diciamo anche troppo perfetto per essere un maschio… ma qualche cosa in quella perfezione non quadrava…dopo ho capito…comunque va ricordato anche solo per la sofferenza che accompagna questi ultimi suoi anni…
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….mi sembra che moltissimi attori, si mettano, nel corso del tempo, su una pericolosa china
psicologica, che spesso, oltre alla depressione e alla bancarotta, li conduce al suicidio…..forse
è meglio essere degli sconosciuti qualsiasi…..
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beh, il senso del mio post è questo: il cervello viene prima del corpo, si deve capire in tempo…ma è difficile per la gente di spettacolo accettare di non essere più sul palco…eppure bisognerebbe sapersi accontentare
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