
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
Cesare Paese è , tra i poeti e scrittori italiani del 900,il mio preferito e questa poesia, beh…non penso si possa commentare.Ognuno di noi la “sente” a modo suo…
E

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con DELGADO VI

Bellissimo Pavese! Ho portato il Neo-Realismo nelle tesina dell’Esame di Stato. Tanta roba!
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sono innamorata di Pavese!
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Viki Pavese ahahahha
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Bel remember: portai pavese all’esame di maturità. 😉
Grazie, ciao
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io invece ne parlai a tutti i costi, ci arrivai dalle lettere del leopardi, fai te 🙂 ciauuu
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Complimenti 😉 ciao
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Bellissima questa poesia! Speriamo che la morte abbia uno sguardo dolce e amichevole quando verrà a prenderci,magari quello di qualche persona o animale amati che ci hanno preceduti.Come nel film di Robbie Williams Al di là dei sogni,dove appena morto vede subito andargli incontro il suo cane. Stupendo! Ma sei telepatica? Ho parlato di Pavese in una lezione stamattina,dopo che mi hai fatto venire la voglia di marzapane….
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buono, questo è buonissimo…:-)
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