
La longevità dei triestini solleva parecchie curiosità, come è logico, tanto da meritare una ricerca a cui partecipano diversi centri italiani.
-Stiamo studiando la vita di queste persone- dichiara il professor Silvio Garattini, direttore Irccs Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” di Milano, presente al pranzo annuale dei centenari organizzato da Comune e ASS
all’Hotel Savoia dove si sono presentati 30 dei 135 centenari di Trieste e provincia: sono tanti considerando la popolazione di oltre 200 mila abitanti.
Garattini continua: – Delle singole storie tenteremo di individuare i punti in comune; poi preleveremo campioni di sangue per le analisi necessarie, studieremo i marcatori per capire le ragioni della longevità.
Sicuramente tra queste non c’è l’assenza di stress visto che proprio qui le due guerre mondiali hanno mostrato il volto
più atroce-
Ma dolore e stress sono emozioni diverse, forse sta qui la spiegazione,aggiungo io.
-E’ strano – conclude il prof – di solito forti concentrazioni di anziani si riscontrano tra popolazioni isolate che vivono da sempre nello stesso luogo,mentre Trieste è l’esatto contrario: ha popolazione multietnica con un incrocio di gente che arriva da tutte le parti. E’ vero che qui c’è grande attenzione agli anziani, l’ambiente è favorevole, ma non basta. Seguiremo nel tempo queste persone e quelle che ancora non hanno raggiunto i 100 anni e forse tra qualche tempo capiremo il perché di vite così lunghe-
Sarà poi così “bello” vivere fino a 100 anni e oltre? La sola idea, ora, mi pesa addosso come una valanga, visto il ritmo che contraddistingue i miei giorni! 🙂

secondo me è merito della corroborante bora
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può essere, altroché…mi ci sono trovata uan volta…con la bora e mi è bastato !
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da triestino acquisito posso dire che spero di seguire l’esempio : ).
Comunque gli anziani qui vivono una vita piena, dovresti vederli : non si fanno mai mancare le uscite domenicali per un pranzo sul Carso, il caffè in piazza, le passeggiate tra le doline. Sapessi quanti di questi anziani frequentano l’università popolare o si dedicano alle attività più disparate : balli, attività ludiche, culturali, teatro, ecc.. Tutte situazioni che magari in qualche modo allungano la vita. Devo dire anche che tante cose sono possibile perchè in linea di massima Trieste è una città ricca e pertanto permettersi questo tipo di “svago” non incide particolarmente sul bilancio famigliare. Inoltre è vero : l’attenzione dedicata loro è abbastanza tangibile in termini di strutture e/o iniziative. C’è un detto qui che dice “viva là e po bon” che tradotto dovrebbe significare più o meno : vivi come viene che va tutto bene, che denota anche una certa fatalità nel prendere le cose della vita. (poi magari la traduzione non è propriamente esatta, magari se qualche triestino doc dovesse passare da queste parti potrebbe sicuramente darle un senso più pieno e corretto).
Poi anche la bora potrebbe contribuire, perchè no? 🙂
Ciao
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bel commento saro, davvero…certo anche la bora, perché no? abbraccio e …buona vita, allora…
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Beati loro! Se ci arrivano in salute.Ma li studiano per capire come mai su di loro non attaccano gli agenti tossici che ci spargono in giro,dal cibo all’acqua? 😉 Sarà la bora che spazza via l’inquinamento….
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è strano questo fatto, se ne parla da parecchioe cìè anche un mix di razze, quindi non può essere un fattore genetico…trieste mi piace e molto ma la bora…micidiale!
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….sono figlia di una centenaria, che è stata bene fino alla fine dei suoi giorni, ma non era felice della sua longevità….(anche se si dava molto da fare si sentiva inutile)
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ecco…non era felice e si sentiva inutile…
penso che avesse desiderato coscientemente di andarsene…personalmente sono terrorizzata dai 100 anni, buondì silvia
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