Pensi di essere sotto pressione per il lavoro?

L’altro giorno abbiamo fatto una cena tra compagni di liceo, a distanza di tanti anni è stato stupefacente vedere quanto possano essere stressate alcune persone che hanno un lavoro anche ben retribuito ma che gli azzera totalmente la vita a livello emotivo ed esistenziale; la consapevolezza di essere un ingranaggio sfruttato per il tempo necessario e pronto ad essere sostituito senza un grazie o un rimpianto – piccoli eserciti di lavoratori usa e getta che vivono sotto una costante pressione che quasi sfocia in un mobbing “fantasma”, impossibile da vedere e da dimostrare in quanto le vittime arrivano ad “auto-mobbizzarsi” come kamikaze in onore del Dio azienda.
Serve davvero fare una vita di merda per dimostrare di essere bravi ed efficienti sul lavoro? No, se sei felice puoi lavorare la metà e produrre il doppio ma spesso conta di più far vedere al resto del mondo quanto si è stressati che non la qualità del lavoro stesso.

Anwar Maggi di Bastardidentro

Una tesi interessante quella dei Bastardi…non ci avevo mai pensato ma temo abbia ragione: oggi lo stress da lavoro è come la crisi, sempre a mezzo come il prezzemolo, anche quando non serve! 🙂

32 pensieri su “Pensi di essere sotto pressione per il lavoro?”

  1. Per la mia esperienza personale ti dico questa cosa: i soci dell’azienda per la quale lavoro spesso valutano l’operato di una persona in base alle ore trascorse in ufficio (e regalate oltre le 8 ore standard) anzichè vedere ciò che si fa di realmente concreto, anche in meno ore di lavoro.
    Credo che questa sia abbastanza una realtà generalizzata

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      1. In alcuni contesti è necessario, fondamentale per spiccare e magari ricevere riconoscenze in termini di soldi. Però il prezzo che si paga è alto… io ancora devo capire come trovare una via di mezzo

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      1. Eh, qualche chilometro di distanza e la prospettiva cambia in maniera totale, drastica!
        E’ davvero difficile far cambiare mentalità a certa gente, certi ragionamenti sono radicati nel dna della nostra società purtroppo.
        Ora te ne racconto una che ti farà sorridere/accapponare la pelle.
        Dove lavoro c’è l’usanza che quando facciamo la pausa caffè alle 11 del mattino ci chiamiamo e se non si ha da fare si va in gruppo a fare 2 chiacchiere per una decina di minuti. Per qualche volta di seguito un mio capo mi ha visto in compagnia di una collega e dopo qualche giorno mi ha fatto qualche battutina sul fatto che lavorassi poco perchè perdevo tempo a fare il filo a questa ragazza qui… si può?

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      2. Scusate l’intrusione ma no, in Germania non si lavora affatto 6 ore al giorno. O meglio dipende dai lavori, part time o full time.
        Gli straordinari neanche sono visti male e si fanno, credimi.
        Quel che è vero è che si è pagati ad ore e se lavori di più il tuo capo giudicherà se è il caso di assumere un altro o se forse guardi video su YouTube anziché lavorare 🙂 e non lo dico per sentito dire, lo so.
        Molto vero che non si possa annientare se stessi per un lavoro, e che quando ci si accorge di non svegliarsi più la mattina con il sorriso, è ora di cambiare aria 🙂
        Lo dico perché lo sto facendo per me stessa proprio in questo periodo.

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      1. Effettivamente le situazioni lavorative oggi sono disatrose, ma sta a ognuno di noi, anche se non facile, trovare quella giusta misura che non ci rovini l’esistenza…..

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  2. Personalmente non potrei mai permettere ad un lavoro di stressarmi la vita! Io lavoro per vivere,non il contrario! Per fortuna faccio lavori in cui sono indipendente e non mi stresso.Ma c’è chi invece vive per lavorare,per fare carriera e realizzarsi in questo modo:qui direi che lo stress é inevitabile! Come la competizione,il farsi le scarpe e altre cosette simili,mobbing compreso. Sono scelte di vita.

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    1. silvia, anche io ho scelto, perché i titoli universitari e la “capacità” me lo permettevano..ed è la verità…ma anche io, pur nel piacere di un lavoro, mi stresso…magari per attivare prima…tu mi capisci…

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  3. La valutazione di un lavoratore si misura spesso in modo errato… Questo per il maledetto profitto… Magari non in tutti, ma in molti contesti lavorativi è come stare dentro un tritacarne… È più esci macellato più vali… No, e la salute dove la mettiamo? Bacio

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  4. Per me è difficile da spiegare, bisogna vivere la situazione da dentro. Nell’azienda dove lavoro da circa 25 anni tanto è cambiato ed i dipendenti negli anni sono triplicati; questo ha comportato anche un “raffreddamento” nel rapporto tra colleghi che è peggiorato, sino a diventare insostenibile negli ultimi anni, Prima bastava una telefonata, e quindi valeva la tua parola, ora sei costretto a scrivere mail altrimenti corri il rischio che certe situazioni vengano “rimaneggiate”

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  5. Io lavoro nella ristorazione, chef e barman. Lavoro in uno dei settori più complessi in quanto richiede un saper fare eccezionale più tanta cultura (come sapere le lingue), ma levando questi particolari sono soddisfatto di quello che faccio, ho le mie tante soddisfazioni e la mia meritocrazia! 🙂

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