interessante…però non concordo su questo:-Il modo d’iniziare un racconto dipende non tanto da quello che s’intende per racconto quanto dal racconto stesso e dal pubblico al quale è destinato-lo so di non essere nessuno ma quando scrivo un racconto non penso mai achi mi leggerà ma solo a divertirmi mentre creo aituazioni o mi rifaccio ad esperienze mie, al mio vissuto. ciaooo

Non so … certo che … insomma c’è un lettore … c’è sempre . . . qualcuno … non c’è una via d’uscita “personale” nella scrittura … occorre una misura … un ascolto … un tipo di ascolto …
💛
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non ti capisco , mio limite…certo che il lettore c’è sempre, anche qui…ma io non penso mai di scrivere per piacere …lo faccio solo per mio personale divertimento. E mi intristisce pensare che uno scrittore di successo con un contratto ben pagato stipulato con una casa editrice, inizi un racconto o ne studi l'”impalcatura” a seconda del tipo di pubblico che lo aspetta. E’ come scrivere su commissione…ciaooo
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un qualche “dannato” genere sempre alligna nella nostra mente quando cominciamo ad abbozzare scenari, eventi, persone…poi, credo il linguaggio la f ada padrone e si fa corpo, corpo in figura che vive autonomo da noi…come il ragno di cui parla Nietzsche in Umano, troppo umano..
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sì certo, condivido, su questo sono d’accordo, buona serata
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buona serata anche ate, stavolta cogliamo la sincronia…
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uhmmmmm , il brano è delizioso , ma conoscendo Dylan , non credo a una parola di quello che scrive ,
sic aveva bisogno di pilla … zio ot
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rido zio Ot….
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….quando scrivo un racconto, dò un via spontaneo alla mia creatività e, passo dopo passo,gli
eventi si succedono quasi da soli…..
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appunto….non pensiamo a chi dovrà leggerci… certo chi scrive su commissione e la parola commissione è onnicomprensiva …deve farlo.
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