la pastiera napoletana, il mio dolce preferito, ha origini divine

Ieri sera eravamo invitati da amici: mi sono trovata vicina di tavola una zia del padrone di casa, insegnante di Lettere in un Liceo di napoli,una bella signora affabile che mi è risultata simpatica a pelle, appena conosciuta.
Ha cominciato a raccontarmi di come , trasferitasi 30 anni fa da Brescia a Napoli per necessità all’inizio avrebbe voluto fuggire a gambe levate ma che ora niente e nessuno la smuoverebbe da lì, ci sta benissimo.
Naturalmente come ho sentito la magica parola Napoli son subito partita in quarta con il mio dolce preferito, la pastiera napoletana, la torta più buona del mondo con il suo profumo caldo, dolce e fruttato che nasce dall’acqua di fior d’arancio e dagli ingredienti sapientemente mescolati.
Allora la signora, dopo avermi spiegato che ha origini antichissime, legate addirittura al culto del dio Mitra, mi ha domandato se mi era nota la leggenda della sua “creazione”.
Non ne sapevo nulla così le ho chiesto di raccontarmerla, adoro le fiabe,le favole e le leggende.
E questa mi è piaciuta moltissimo, eccola:
Molto, molto tempo fa, quando Napoli era poco più di un villaggio, accadde che il dio del mare sempre in lite con vulcano,il dio del fuoco, si mostrasse particolarmente malevolo nei confronti dei pescatori napoletani:da che mondo è mondo è sempre andata così, i Grandi litigano e a farne le spese sono i poverelli: sempre più spesso le barche non tornavano e gli uomini morivano annegati in terribili tempeste.
In questo modo veniva a mancare il primo sostentamento di quella gente, il pesce , che fino a poco tempo prima abbondava nelle reti .
Allora,per placare il dio, le mogli dei pescatori ebbero una idea: una sera lasciarono come offerta sulla spiaggia alcune ceste colme di ricotta, frutta candita, grano, uova e fiori d’arancio, affinché il mare si rabbonisse, risparmiasse i loro mariti e concedesse una buona pesca.
La notte fu calma, l’acqua stranamente tranquilla.

Al mattino scoprirono incredule che durante la notte le onde avevano magicamente mescolato gli ingredienti; infatti nelle ceste trovarono alcune torte: era nata la Pastiera,creazione gastronomica di divina abilità.
E i pescatori tornarono sani e salvi con reti colme di pesci.

La signora Elena, la mia novellatrice , ha poi aggiunto che questo dolce ha comunque origini antichissime: si consumava nei riti pagani a celebrare il ritorno della primavera; difatti gli ingredienti conservano una forte valenza simbolica. Ecco allora la ricotta, addolcita dallo zucchero, memoria delle offerte di latte e miele tipiche di alcune cerimonie votive praticate nel culto del dio Mitra o del sole invitto; il grano, da sempre, in tutte le antiche religioni, augurio di ricchezza e fecondità; le uova, simbolo di vita nascente; l’acqua di fiori d’arancio, presagio di primavera.
Non è una bellissima storia? Intanto mi è venuta una gran voglia di pastiera e siamo a Giugno!


Il dio Mitra

21 pensieri su “la pastiera napoletana, il mio dolce preferito, ha origini divine”

    1. non è bellissima? io sapevo delle origini a mitra ma non il resto…a me la manda tutti gli anni da napoli un amico di famiglia, sua moglie la cucina secondo l’antica ricetta. e tu la sai fare….slurp!!!!!

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  1. … e la voglia la fai venire anche a me, a giugno! Io odio la frutta candita ma nella pastiera è “divina”. Tutti gli anni la mia amica, che è di Caserta, ne cucina più d’una in maniera superlativa e, nonostante lo zucchero, una fetta me la permetto, non posso rinunciarci, che sarà mai? Bellissima la storia della sua nascita, verità e leggenda insieme donano a questo dolce un fascino straordinario.

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      1. ..e ti porterò nel posto che preferisco… ti piacerà, e se non l’hai ancora visto, ti affascinerà e stupirà…
        ..e poi pizza, da Cantanapoli, sotto il pallonetto di Santa Lucia….un tempo ero di casa, ma la vecchia guardia si ricorda ancora di me ( un casino ogni volta, vuoi mettere? 😂)

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