Lode a te, mia signora

Lode a te
mia signora
per i seni di velluto e giada
che svettano alle viole delle punte
e cercano labbra e dita
gesti e baci
di qualche tua misericordia
per i fianchi larghi
largo mare
ai turgidi ruscelli della voglia.

Lode a te
mio ibisco della notte
per le sacre colline in cui si perde
la dorata sabbia
della schiena
per la calda promessa
del tuo ventre liscio come seta
in cui ritrovo
i peccati del mondo
e le pietose assoluzioni.

Lode a te
orgoglio dei miei occhi
per la chiostra sapiente dei tuoi denti
per la rabbia del tuo mordere l’aria
dentro la primavera del piacere
per la tua saliva limpida di baci
nella claustrale antica
penitenza
di questo amore rubato al paradiso.

6 pensieri su “Lode a te, mia signora”

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