
Ora che il tuo corpo si confonde
con il mio
in questa comunione ondulante
di fiati
ora il silenzio pesa meno
le tue paure
affondano nei miei fianchi
indocili
nel groviglio di mani
di bocche, di caviglie.
Il tuo amore rapace
mi stravolge
in questo paradiso virtuale
di cartone e lune di metallo
spalanco la cornice affannata
delle labbra
ti stupisco con un gemito lungo, acuto
disadorno
senza tenerezza.
La sabbia alla clessidra
l’applauso a questa mia nudità aspra
che non sa più
mentire
