Ieri sera ho organizzato una romantica cenetta a due per una occasione davvero speciale.
Naturalmente al lume di candela, la tavola apparecchiata di fronte alla catena delle Apuane con il profilo del vecchio stregone che mi perseguita fin da bambina.
Ho cucinato il nostro piatto preferito, la paella alla valenciana, un pomeriggio di lavoro.
Mi sono messa il vestito rosso, quella cosa da niente così corta e scollata da farti venir voglia di accarezzarmi le gambe e poi, più in su, la parte interna delle cosce dove la pelle è tenera, vellutata.
Abbiamo cenato sereni, parlando fitto sotto voce: ci conosciamo così bene ormai che in verità avremmo potuto anche rimanere in silenzio.
E’ stato bellissimo: abbiamo stappato una bottiglia di champagne anche se siamo astemi: solo un goccio sulla lingua per festeggiare un’intesa perfetta, in tanti anni mai uno screzio, una incomprensione, un abbandono.
Così ho celebrato la ricorrenza della felice unione con il mio corpo avvenuta tanti anni fa e che sarà festeggiata ufficialmente tra un mese: allora non sarò più sola. Mi raccontano che sono venuta al mondo in fretta: tutti e due avevamo deciso che la nostra avventura insieme doveva iniziare al più presto, sapevamo che eravamo perfetti l’uno per l’altra e che ci saremmo amati per sempre.

