
Arrivano ogni sera, prima che il cielo cambi di colore e rimangono fino al crepuscolo più fondo, quando il giorno si veste di velluto per la notte.
Sono rondini.
Girano attorno al grande platano sotto la finestra del mio studio: il loro stridere si attenua, cresce, svanisce di nuovo, mentre sfrecciano in ampi giri come acrobati nel cerchio della morte.
Le guardo ogni sera: le rapide ali a mezzaluna, il corpo scuro e compatto, perfettamente strutturato per le loro folli acrobazie.
Per ore si tuffano in picchiata e risalgono, emettendo quel suono strano , che mi inquieta,come se fossero in preda a convulsioni isteriche.
Le rondini mi affascinano fin da quando ero bambino: ho sempre pensato che provenissero da un regno fantastico senza confini al di là di tutti i mari.
E lo penso ancora ora.
