Lilith

Ero così giovane allora Lilith…
Venivo a trovarti e ti guardavo,in silenzio
come se tu fossi un bellissimo quadro
dentro alla tomba del Louvre
mentre
leggevi le poesie di Cummings abbandonata
nella vecchia poltrona
sulla terrazza all’aria aperta
un baldacchino di campanule gialle e felci appese a incorniciare
i capelli neri d’ossidiana
che ti facevano assomigliare a una dea
La voce roca,corrosa da nicotina e parole non dette
veniva dal tuo oscuro profondo
dove la porta era solo e sempre socchiusa.
Intorno a te i campanili delle chiese
s’alzavano come lance nel fragile cielo
di vetro
mentre i rossi tetti delle case brillavano
e i respiri umani assopiti nel calore opprimente
dell’estate erano per me un sinistro segnale di morte
tutto era silenzio
Lontano splendeva il mare ardente di sole.
Ma alla fine lasciasti me e la terrazza arcobaleno di fiori
aperta ai venti per non tornare mai più
ti eri innamorata di un principe
quello che sa soltanto ciò che non vuole
Ora la porta del tuo oscuro profondo è aperta
ma non voglio entrare
so che se sapessi ti perderei per sempre