Sono una donna vampiro, ma di una specie particolare: non vivo di sangue che zampilla rosso da una carotide recisa, ma di seme, il bianco succo della vita, che bevo alla calda fonte dei maschi della vostra specie .
Sono sempre affamata e assetata.
A differenza dei vampiri classici io caccio sia di notte che di giorno scegliendo prede giovani e belle che facilmente convinco a “salire un attimo da me”.
Nessuno vede, dietro i denti bianchi e le labbra rosse e morbide, una lingua che si avvolge come un serpente su se stessa preparandosi a lambire carne calda, per spremerla fino all’ultima goccia, come farebbe una pianta carnivora.
Nessuno capisce che quello che fa fremere il mio seno generosamente esposto o che fa pulsare di voglia il mio ventre non č il desiderio di essere preda ma quello di predare, succhiando anche l’anima della mia vittima.
E la mia bravura vi porta in paradiso, uomini miei, la prima volta poi…
Anche con te è successo come con gli altri: ti ho incontrato in un bar e ti ho scelto per la vitalità prodigiosa e per lo sguardo intrigante; per un attimo ti ho quasi “desiderato” , ma solo per un attimo, poi il mio vero appetito ha preso il sopravvento.
Così ti ho invitato a casa mia e in camera da letto mi sono spogliata velocemente, tu volevi fare altrettanto, ma ti ho fermato: non potevo aspettare.
Dopo averti aperto con dita febbrili i pantaloni, abbracciandoti i fianchi, ti ho preso in bocca.
Tu eri gà eccitato, ma al contatto della mia lingua ti sei teso ancor piů allora ho cominciato a leccarti lentamente e a mordicchiarti mentre gemevi, le mani a stringere convulse i lunghi capelli
Tanto era il mio piacere nel saziarmi di te che ho udito a stento il tuo grido di liberazione
Ti ho ingoiato fino all’ultima goccia.
Lentamente mi sono rialzata, leccando dalle labbra anche l’ultima traccia di seme, mentre tu ti gettavi sul letto, dicendo:- Nessuna mi ha mai fatto provare tanto piacere, sei brava davvero –
-Non sai quanto- ho mormorato tra me. (continua)

