
Esco di casa
senza il velo del trucco
sicura di me stessa
lasciando ad altre le pazzie
d’amore
per improbabili amanti
mai
abbastanza stupida
o abile
nel fingere orgasmi
da appendervi al petto
come medaglie
o vecchie pruriginose
malizie
da adescatrice maldestra.
Sono colpevole.
Eccomi nuda
di fronte a voi:
ci sono versi scritti
sulle mie cosce.
Quando mi muovo i sonetti
si dividono
in quartine e sestine,
mentre le dita danno vita
ai pensieri
volando sulla tastiera.
Ma le parole non vestono,
nessuna poesia può salvarmi
la vita.
Non c’è libro tanto grande
da potermi nascondere.
Voi volete carne e sangue.
Divoratemi.
Ginocchia, piedi, seni, occhi
e poi sputate le mie parole.
Ecco, sono scomparsa.
Di me non resta nulla
tranne una pagina stampata.
Ora sono parte di voi
buongustai
che prediligete la mia carne
di donna.
Piangete, vi prego
e poi
fatemi santa.
Per tutte le donne, spesso mai abbastanza abili o abbastanza stupide…
