
Alle sei Madiel scese da un taxi davanti all’Elyseum. L’oscurità era fitta in quella ventosa sera di Novembre ma lei si sentiva bene. Nulla avrebbe potuto metterla di cattivo umore, quella sera.
Né il buio né il freddo.
Non vista, passò fra le locandine con il suo viso e il suo nome- era sempre la miglior Viola della Dodicesima notte che il Teatro avesse mai avuto, pensò sorridendo- e attraversò la sala vuota raggiungendo il suo camerino.
Lì, a far fuori nervosamente un pacchetto di sigarette, trovò Clive, il suo regista e il suo grande amore…
…Che l’aveva già sostituita nella parte di Viola con la nuova amante ventenne, giovane attricetta da serial televisivo di successo, caparbiamente intenzionata a diventare una grande attrice di Teatro.
Il letto di Clive era il miglior trampolino di lancio, Madiel lo sapeva con assoluta certezza.
Del resto lei era finita in Ospedale proprio la mattina a seguito di quell’increscioso incidente di macchina..
Già, i freni non avevano funzionato, qualcuno li aveva manomessi; lei lo sapeva, la polizia no, del resto il tasso alcolico del suo sangue bastava a giustificare l’accaduto.
Rimase per un momento in posa sulla soglia, dandogli il tempo di riprendersi dalla sorpresa.
Lui impallidì vedendola e lei gli sorrise.
Certo, le era difficile muovere le labbra per l’inconsueta rigidità dei muscoli facciali, ma si ritenne soddisfatta dell’effetto ottenuto.
Clive non sapeva che cosa dire o fare. Madiel non stava affatto bene, su questo non c’era alcun dubbio.
Sicuramente aveva lasciato l’ospedale per partecipare alla prova in costume della serata.
Non portava trucco e i suoi capelli avevano bisogno di una lavata.
-Che cosa fai qui?- le chiese mentre lei richiudeva la porta.
-Un lavoro lasciato a metà, da finire, è importante-
-Ascolta… tu hai avuto un incidente grave, stavi in rianimazione, così abbiamo trovato una che ti sostituisce-
Lei lo fissò senza espressione. Lui riprese a parlare precipitosamente, incespicando nelle proprie parole:
-Pensavamo che tu fossi fuori combattimento, capisci? Non in maniera definitiva, s’intende, ma almeno per la Prima-
-Non ti preoccupare-
L’uomo rimase a bocca aperta.
-Non ti preoccupare?-
-Sì… la cosa non mi riguarda più-
-Ma allora …perché sei qui? E quale lavoro hai lasciato a metà?-
Poi restò senza fiato: Madiel si stava sbottonando il vestito. Non fa sul serio, si disse, non può fare sul serio.
Sesso? Ora?
-Non ti ricordi, l’altro giorno, proprio in questa stanza , che cosa ti stavo facendo, quando Franz ci ha interrotto bussando alla porta?-
Altroché se se lo ricordava, il miglior lavoro di bocca di cui fosse mai stato omaggiato: Madiel era ineguagliabile.
-Ho riflettuto molto in queste ultime ore- continuò lei mentre si dimenava con grazia per farsi passare il vestito stropicciato oltre le anche per poi lasciarlo cadere e uscirne con un leggero passo. Portava un reggiseno bianco che cercò di sganciare senza successo.
-E ho concluso che non mi importa più nulla del teatro. Mi aiuti?-
Gli voltò la schiena.
Lui le slacciò il reggiseno meccanicamente, senza in verità analizzare se volesse davvero andare avanti.
Sembrava un “fait accompli”,un fatto compiuto.
(CONTINUA)
