Nel mio amore si entra come in un tempio pagano

Nel mio amore si entra come in un tempio
pagano
tra i lapislazzuli, l’oro di Bisanzio
e gli arazzi fiamminghi
colorati di ciclamini selvatici
Nel mio amore si entra per viverci
per regalarti ciliege e more
a colorare denti d’avorio
che ridono e mordono
Nel mio amore si perdono carezze indecenti
mentre ricordi il mio nome
in singulti rotti di sillabe
tra l’onda dei seni
per finire con me
nella piccola morte
Nel mio amore rivivono i suk di Tangeri
i minareti di Samarcanda
il mare diruto di Montale
il petto nudo di un guerrigliero
e i sogni degli uomini ai remi d’Ulisse
La casa del mio amore
odora di sesso e fango
e ogni parete è nuda
siamo noi i quadri e gli specchi
Al mio amore appendo biancheria
stropicciata
e cavigliere alle gambe
perché tintinnino quando cammina