Amori Veneziani : Calle della Màndola

Alle sette del pomeriggio, in quel caldo Settembre del 2010, scendevamo da casa tua all’osteria del Bepi, in calle della Màndola.
Egualmente pallidi e trionfanti le nostre occhiaie erano corone e gloria per i clienti abituali, intenti a bere la loro “ombra” di vino bianco.
Alle sei, i corpi saziati e stanchi, ci scambiavamo insalata di patate, pane e salame, formaggio e vino fresco, mentre gli sguardi ammiccanti e curiosi degli altri (io non contavo, conoscevano te) erano riflettori che, a tratti, ci illuminavano.
Tu mi dicevi, ridendo:
-Mangia, tu non mangi abbastanza, sei troppo magra-
E io, servendomi lentamente del cibo di cui non avevo nessuna voglia:
-Non sono troppo magra e ti amo più di ogni altro essere al mondo, anche se tu non mi credi; in compenso non amo queste patate, devono essere dell’altro secolo-
Allora tu chiamavi il Bepi e i piatti sparivano. Poi, nella penombra del pomeriggio che rendeva i nostri visi irreali e già lontani nel tempo, ordinavi due grappe forti e profumate e io, grazie alla stanchezza, al desiderio e all’alcool, mi trasformavo in una bellissima e irraggiungibile eroina dei libri di Fitgerald che forse sarebbe riuscita, con i suoi mille incanti, ad affascinarti per sempre.

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