L’infamia dello sterminio a Gaza passerà alla storia, se ci sarà un futuro

Il genocidio della popolazione palestinese colla scusa dello sradicamento di Hamas continua. L’obiettivo è quello di ridurre tutta la Striscia di Gaza a una landa desertica e desolata per poter procedere tranquillamente allo sfruttamento dei giacimenti di Gaza che secondo i folli e criminali governanti israeliani dovrebbe consentire loro di gestire un nuovo hub energetico di forte potenzialità. Il più folle e criminale tra di essi, tale Amichai Elyahu, è giunto ad evocare l’uso della bomba atomica e la sua demenziale proposta è stata per il momento respinta, ma solo perché il fall-out radioattivo pregiudicherebbe la popolazione israeliana.
Questa è la tempra di una compagine governativa alimentata dalla peggiore ideologia razzista e suprematista che nulla ha a che fare coll’Ebraismo e la sua storia millenaria e colla riconosciuta vivacità intellettuale degli Ebrei, che ci hanno dato personalità di importanza fondamentale per la storia del pianeta come Karl Marx, Sigmund Freud, Rosa Luxemburg, Lev Trotzki, Albert Einstein e tanti altri.
I crimini attuali del governo israeliano minacciano di cancellare l’orgoglio e la dignità di questa storia millenaria e già il nome stesso dello Stato di Israele è purtroppo divenuto sinonimo di infamia per larghissima parte della popolazione mondiale. In tutto il mondo si susseguono manifestazioni spesso oceaniche. A Istanbul, dove mi trovo attualmente per seguire processi, visitare carceri e incontrare avvocati, la solidarietà verso il popolo palestinese accomuna il cento per cento della popolazione, al di là di qualsiasi credo ideologico e religioso, riunificando un popolo spaccato praticamente a metà fra sostenitori e avversari di Erdogan.

La Palestina costituisce oggi il terreno decisivo per determinare la qualità del nuovo ordine mondiale: basato sui massacri, l’oppressione e l’apartheid, oppure sul riconoscimento dei diritti degli oppressi. La seconda alternativa appare oggi più che mai direttamente connessa alla democrazia, alla pace e in ultima analisi alla sopravvivenza stessa dell’umanità.

(da Il fatto quotidiano)