
La storia dell’Irlanda si differenzia da quella degli altri paesi europei per una pecularietà che ha avuto importanti conseguenze: l’isola non ha subito l’occupazione degli eserciti romani e quindi l’impronta della civiltà greco-latina.
Nell’epoca in cui le legioni di Roma dilagavano da un capo all’altro del continente influenzando in modo indelebile la cultura dei popoli sottomessi, l’Irlanda, grazie alla sua defilata posizione geografica, ne restava immune e conservava intatta l’antica tradizione celtica nella quale la natura tutta è al centro del mondo umano.
Proprio in questo contesto i poeti -detti “filid” e “baird”- per essere tali dovevano apprendere tre arti :
la “teinm laida”ovvero lo “svelare attraverso il canto”
la “imbas forasnai” o la “grande scienza che illumina”
e la “dichetul dichennaib”che si può tradurre con “incantesimo estemporaneo”.
Sono affascinata dalla cultura celtica pertanto vi lascio un cantico risalente al VI sec. dedicato alla natura che risplende gloriosa in pieno sole estivo:
Quando è sottile
il raggio del giorno
i merli cantano
un poema glorioso.
Il tempo duro e amaro
è passato.
Ora il bosco frondoso
è un folto pungente.
L’estate assottiglia
il chiassoso ruscello
i cinghiali cercano
le pozze d’acqua
lunghi i capelli dell’erica
si distendono
l’erioforo fiorisce
morbido e bianco.
Il mare, liscio, si riposa
calmo.
E’ la stagione in cui
l’Oceanomago cade
addormentato.
L’arpa della foresta
suona una melodia:
la sua musica dona una pace
perfetta.
Il colore regna sovrano
sfumando in foschia
sul lago verdedorato.
L’alta pura cascata
canta il benvenuto
alla tiepida pozza
mentre il mormorio
dei giunchi
lieve l’accompagna.
La torbiera è come il manto
del corvo
il forte cuculo
augura il benvenuto all’estate
salta il pesce screziato
e possente è il balzo
del veloce guerriero.
Il desiderio d’amore
colora le voci
delle donne.
Incontaminata
è la gloria dei monti
splendenti le foreste degli Dei
dalla cima al suolo
belle le pianure
ampie e maestose.
Leggere le rondini
sfrecciano in alto
mentre la bacca
morbida e ricca, germoglia.
Risuona il pantano
borbottando.
Il crudo vento dell’inverno
è placato
freme la vita nei fertili
boschi
l’estate è pace e abbandono.
Una timida tenace fragile
creatura
l’allodola
canta a voce spiegata
e intona
un limpido annuncio:
è finalmente arrivata
l’incomparabile estate
dai gloriosi colori.

Cultura affascinante
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sì, l’anima dell’irlanda è così antica…ciau
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🤗🤗🤗🤗😎
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condivido la tua passione per questo Paese e la sua cultura. In questi versi sembra di vedere tutto il paesaggio…. bellissimi ed evocativi
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che bello pina…trovare un sentire simile al mio… grazie V.
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È interessante quello che hai scritto. Non ci avevo mai pensato.
Quell’illustrazione?… da dove viene?
Buon Pomeriggio Viki.
Quarc
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Da “I miti celtici” di Rolleston…dovrebbe essere la dea Dana…
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Grazie.
Quarc
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un bel cantico alla natura…par di esserci in Irlanda, gran post, mia bella
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grazie giò
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