La maledizione del diamante Hope tanto bello quanto letale: una fama meritata?

hope-diamond

“I diamanti sono i migliori amici delle donne”, cantava Marilyn Monroe. Sembra che questo diamante non sia mai stato amico di nessuno, uomo o donna.
Nel corso della sua lunga storia molti dei possessori sono caduti vittima della “maledizione” che segue da sempre la pietra, morendo per mano altrui, di malattia o suicidi, non contando tutti quelli che il diamante ha rovinato economicamente nel corso dei secoli.
Forse si tratta solo di superstizione ma il numero di persone che hanno conosciuto una fine funesta dopo esserne entrati in possesso mi lascia dubbiosa.
Il diamante si formò circa 1,1 miliardi di anni fa nelle profondità della terra. Dipodiché…ascoltate la storia:
Un mercante francese di nome Jean-Baptiste Tavernier lo disincastonò dall’occhio dell’idolo nel tempio di Rama-Sitra,in India, incorrendo,secondo la leggenda, nella maledizione della divinità che conferì al diamante un potere letale. Con il ricavato della vendita del prezioso il mercante realizzò una fortuna che fu dilapidata in pochissimo tempo dal figlio al gioco, tanto da essere obbligato a tentare di nuovo la via delle indie in cerca di tesori ma morì nel tentativo.

Luigi XIV e Luigi XV furono i successivi proprietari della pietra e, anche se morirono in età normale per l’epoca (74 e 67 anni), se ne andarono tra atroci sofferenze, l’uno per una gangrena al piede e l’altro per vaiolo, che portò il suocorpo a decomporsi mentre questi era ancora in vita.Uno spettacolo orrendo.
Il diamante venne donato alla Principessa Maria Luisa, che lo indossò regolarmente prima della morte:fu violentata e picchiata a morte per le strade di Parigi durante le stragi del 1792.
Luigi XVI e sua moglie Maria Antonietta furono i successivi proprietari, e tutti sappiamo come finirono durante la Rivoluzione Francese nel 1793.
In seguito il gioiello si trasferì in Gran Bretagna, dove nel 1830 Henry Thomas Hope, un lord inglese, diede il nome alla pietra e la fece tagliare all’attuale dimensione di 45,5 carati. Pagò il diamante Hope 30.000 pound, una cifra gigantesca per l’epoca, ma finì per separarsi dalla moglie, tra mille traversie.

Si liberò del funesto acquisto vendendolo al principe russo Kanitowskij, il quale fu trucidato nella rivoluzione d’ottobre; prima di morire uccise la ballerina cui aveva donato il diamante.
Simon Matharides fu il mercante greco che comprò la pietra sulla carta, e finì in un burrone addirittura prima di poterla contemplare.

Il Sultano Abdul Hamid acquistò il Blu di Francia per $ 400,000 ma venne deposto dalla rivoluzione turca un anno dopo e impazzì, finendo i suoi giorni in miseria.

Nel 1910 Pierre Cartier, l’ultimo francese possessore del diamante, comprò la pietra dal successore del sultano, e la vendette a Edward Beale McLean, il proprietario del Washington Post. Hope si espresse al meglio con la famiglia americana dove si susseguirono: la morte della madre del proprietario, del figlio di dieci anni investito da un’auto, della figlia suicida e di due cameriere e infine la separazione dei coniugi. L’uomo divenne un alcolista e finì in miseria, mentre la moglie, che volle conservare il gioiello stregata dalla sua bellezza, morì di polmonite a 60 anni.

L’ultimo proprietario privato possessore del gioiello fu Harry Winston, che saggiamente donò la pietra allo Smithsonian nel 1958, dove è a tutt’oggi custodita.
In conclusione:
Se, come sostengono alcuni, gli oggetti fisici – come i cristalli – sono sensibili alle vibrazioni della mente umana, ne potrebbe anche conseguire che in certe circostanze una sorta di “maledizione” possa esservi impressa in modo voluto e deliberato, un po’ come contraddistinguerli con una penna invisibile. Certamente gli antichi Egizi credevano in questo fenomeno ed erano convinti che le loro tombe potessero essere segnate dal marchio di una “maledizione” al fine di proteggerle dagli intrusi.
Ricordate la serie di morti legati ai “profanatori” della tomba di Tutankhamon?

22 pensieri su “La maledizione del diamante Hope tanto bello quanto letale: una fama meritata?”

  1. Bel post Viki… queste leggende mi affascinano sempre. Certo i possessori dell’antichità, visti i ruoli nei rispettivi Paesi non è che morissero di vecchiaia anche senza il diamante… però a me piace pensare che ci sia un fondo di verità e che l’idolo del tempio di Ramasitra non abbia gradito che gli strappasero l’occhio… 😉

    Piace a 1 persona

      1. Guarda, io ho un Rolex che mia mamma mi ha regalato nel giurassico per la laurea e dico in giro che l’ho comprato a Bangkok per qualche decina di euro…quando l’ho fatto vedere ad uno che diceva di intendersene, ha detto che era fatto bene ma si vedeva che era un’imitazione…non immagini che soddisfazione…ahahahah

        Piace a 1 persona

      2. a me capita il contrario un anello che comprai a verona , uno zircone davvero bello…ma pur sempre uno zircone. viene scambiato per un diamante, nonostante affermi il contrario 😀 tanto che raramente lo porto perché sai com’è

        Piace a 1 persona

      1. Interessantissimo. Queste storie affascinano anche me. Oggetti preziosi che si tramandano in storie particolari, fino a divenire parte principale della storia, con la loro aurea “maledetta”. 😊

        Piace a 1 persona

  2. come si fa ad impazzire per la bellezza di una cosa morta con tutte le bellezze vive a disposizione ???
    una pietra … un fossile … certo, luccica, ma mi lascia del tutto indifferente …
    le cose futili se sono troppo esageratamente costose credo che perdano di ‘dignità’ … nella vita conta ben altro …
    (sono stato troppo filosofico ???)

    😉

    Piace a 1 persona

Lascia un commento