Bagheria-Palermo: il giardino del tempo che fu

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Nella notte inquieta
di caldo africano
il giardino esalava profumi
carnali, lascivi
aromi di carne un poco corrotta
di antichi marciumi, memoria
di altre estati infuocate.
I garofani pepavano l’aria
esaltando l’oleoso sfinente profumo
delle nivee magnolie.

Aleggiava nel buio gravido
di sospiri amorosi
il verde aroma della mentuccia
mescolato a quello infantile
della gaggia.

La dolce mortella mi induceva a sognare
golose montagne di multicolori
confetti.
In mezzo a quest’orgia di sontuosi profumi
l’agrumeto
al di là del vecchio muro diruto
riusciva a impregnare il guanciale
con l’odore d’alcova
delle nuziali zagare.

Di là tu mi chiamavi…

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