Marino: ora girerò l’Italia per dire No al referendum

++ Caso scontrini: Marino, dovere impegnarmi per città ++

“Ho inviti in oltre 20 città italiane. Dirò quel che penso sulla riforma: che il Senato va totalmente abolito e che la revisione non è stata studiata e votata come avevano fatto all’assemblea costituente”. Lo dice a la Stampa l’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, intervistato da diversi quotidiani dopo l’assoluzione sul caso scontrini. Non farà un suo movimento né si candiderà alla segreteria Pd: “Io non sono proprio, di indole, un capopartito. Non lo sarò mai – afferma a Repubblica -. Posso produrre idee e studiare”.
“Forse non mi sarei dovuto dimettere – si rimprovera -. Ma è vero che io subivo un’enorme pressione. Non solo io, ma anche la mia famiglia. Mi arrivarono due buste con dei proiettili, in una c’erano le cartucce di una P38 special con questo messaggio:-‘I prossimi proiettili serviranno per bucare te, tua moglie e tua figlia. E sappiamo dove vive tua figlia- Poi, certo, ci fu l’assedio politico e l’aggressione mediatica…”. A Raggi che ha chiesto i danni d’immagine per la città replica: “Mi aspetto che la sindaca si impegni con la stessa determinazione con cui io ho trovato 13 milioni di euro di finanziamenti, grazie ai quali lei ha potuto inaugurare con la fascia tricolore la scalinata di piazza di Spagna restaurata”. Raggi dice di esser sotto attacco dei poteri forti.
Condivide? “Non lo so – risponde Marino intervistato anche dal Fatto Quotidiano -. Certo che dicendo brutalmente no alle Olimpiadi deve essersi fatta dei nemici molto potenti”

da ANSA.it

Marino ha scoperto l’acqua calda …per raggi e roma intendo.
Ovvio che sia per il No,anche per ritorsione: io penso che gli unici sinceri in questo referendum siano quelli che  vogliono liberarsi di renzi, finanziata e la VECCHIA politica,  al potere da 40 anni  napo da 60 e detta ancora legge!Certo il pentolaro è  un grande comico  quando afferma che il referendum  sarà un derby tra l’Italia e la vecchia politica, dove ovviamente l’Italia, il nuovo,  è lui   🙂
Ma voi del caso marino che ne pensate?

24 pensieri su “Marino: ora girerò l’Italia per dire No al referendum”

  1. Inseguiva il papa perchè sentiva che volevano scaricarlo. Perchè la longa manus del Vaticano stava affilando la lama. E questo non l’assolve: avrebbe dovuto tenere la schiena dritta… Ma va bene, purchè dica NO forte e chiaro…
    Bacio

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      1. Anche a me non stava simpatico, ma bisogna sempre cercare di essere obiettivi e non lasciarsi deviare da simpatie o antipatie: Marino è stato fatto dimettere, da sindaco, dal suo partito senza un valido motivo. Non credo solo perchè stesse antipatico a te e a me…….

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      2. Se è per questo ne sono state fatte molto di peggio. E nessuno è mai stato destituito da sindaco per una sciocchezza del genere:lui si era fatto invitare negli USA,mi pare dal sindaco gringo. Ripeto: non lo sto difendendo.
        Ciò che insisto a dire è che c’è qualcosa di ben più marcio dietro la sua destituzione.E tu che non ami come me la chiesa, dovresti chiedertelo come sia stato possibile concedere al papa la testa del sindaco della capitale per una sciocchezza del genere………

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      3. per me c’è di mezzo la mamma… e non è stata una schiocchezza ma una decisione presa ad arte quella dei famosi viaggi…e poi perché mai il papa avrebbe dovuto volere la testa di marino? boh…

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      4. L’ONORE DI IGNAZIO

        luciogiordano33 m fa CORRADINO MINEO

        DI CORRADINO MINEO
        CORRADINO MINEO
        Magistratopoli. Il Giornale ripesca un vecchio cavallo di battaglia del berlusconismo davanti a due clamorosi rovesci della magistratura inquirente, l’assoluzione dell’ex presidente leghista del Piemonte Cota per le famose “mutande verdi”, il proscioglimento, perché “il fatto non sussiste”, di Ignazio Marino indagato per scontrini falsi e uso improprio della carta di credito del Comune Roma. Per la verità finché la magistratura si corregge, non manda in carcere persone innocenti e non butta la chiave, non si dovrebbe parlare di giustizia malata. Il sistema giudiziario, beninteso, sbuffa, arranca, ha il singhiozzo. Ma il problema principale lo troverete fuori dalle aule di giustizia, nelle sedi dei giornali, in quelle di governo, fra gli amministratori pubblici e gli imprenditori che vivono di pubbliche commesse, nelle sedi dei partiti e dei movimenti. Il problema è la crisi della classe dirigente in Italia.
        Una classe dirigente che non sa decidere, non sa scegliere, sbagliare e correggersi, e si fa la guerra a colpi di atti giudiziari e strumentalizza qualsivoglia atto giudiziario. Davanti a una opinione corrente che fa il tifo per quel pezzo o per l’altro, quando non si ritrae dicendo che sono tutti corrotti, banalizzando la corruzione al rango di arredo, pezzo del panorama. Occhio alle date: il 7 febbraio del 1992 Andreotti firma a Maastricht il trattato sull’unione europea, il 23 marzo Mario Chiesa racconta le tangenti e parte mani pulite, il 23 maggio la mafia ammazza Falcone. Una classe dirigente, già ferma da un ventennio, mette il pilota automatico (europeo), la mafia le chiede di rispettare gli antichi patti, le tangenti ai partiti diventano intollerabili ora che si vuole rientrare nei parametri. L’offerta politica si è poi divisa tra chi (la sinistra) si nascondeva dietro le toghe, sperando che lavorassero per lui, e chi (la nuova destra liberista) applaudiva i giudici solo finché colpivano pesci piccoli e qualche “mela marcia”, per chiedergli subito dopo di rientrare negli argini e gridare insieme “forza azzurri”. In seguito sono venuti i vaffa day e la rottamazione, ma ci si è continuati a nascondere ancora più dietro ogni inchiesta e ogni errore dei pubblici ministeri. Senza una proposta per cambiare il paese, accarezzando gli umori, usandoli, tirando a campare.
        Marino assolto, ora sfida Renzi, la Stampa. “Io pugnalato, un solo mandante”, frase dell’ex sindaco che ha ritrovato il suo onore, che Repubblica sceglie come apertura della prima pagina. Politicamente quella di Marino è l’assoluzione che brucia di più. Perché il suo carnefice, l’uomo che ha approfittato dell’inchiesta giudiziaria per cacciarlo dal Campidoglio, arrivando a far dimettere 21 consiglieri eletti nella sua stessa lista, siede a Palazzo Chigi. Patetico Orfini che ora dice: “lo abbiamo cacciato per la sua incapacità”. No, il Pd ha voluto la testa di Ignazio Marino per stornare l’attenzione dalle inchieste sugli affari, dalle complicità con la cooperativa di Buzzi. Lo ha crocifisso in nome della “rottamazione”, rito ingannatore che denuncia il sintomo e conserva la malattia. smantella tutele del lavoro ed equilibri costituzionali, per nascondere il flop, in linea col passato, della propria azione di governo. Trasforma un referendum per approvare o cassare una (pessima) riforma della costituzione in “un derby tra futuro (Lotti e Boschi?) e vecchia guardia (“legata alla poltroncina”)”. Ed è naturale che Marino torni in politica proprio impegnandosi per il No. Ben tornato, Ignazio.

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  2. mah aveva una rara abilità: quella di essere in america mentre a roma succedevano gli eventi che definir strampaalti è poco…i casamonica per esempio, chiaramente i padroni della capitale…

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      1. Hai perfettamente ragione, però quando il tuo stesso partito ti intima di dimetterti e ti scatena contro una campagna mediatica e politica diffamatoria può essere più saggio dimettersi per evitare la paralisi politica o amministrativa. Alle volte una ritirata strategica può essere molto più utile di una resistenza all’ultimo uomo.

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  3. Non ho un’opinione sulle vicende romane però sono contento che Marino faccia campagna per il NO! E spero che lo facciano anche altri personaggi pubblici perchè lasciare la campagna per il NO ai soli faccioni di D’Alema e Brunetta è parecchio rischioso!
    L’unica cosa di cui sono certo è che nel suo giro in Italia, questa volta Marino starà più attento a dove parcheggia la Panda!

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