Ferragosto: dagli Augustalia, al fascismo, ai nostri giorni

Ferragosto

Ferragosto deriva dal latino” feriae Augusti” (riposo di Augusto) . Con questa locuzione si intendeva una nuova festività istituita dall’imperatore Augusto nel 18 a.C. che si aggiungeva alle numerose già esistenti fin dalla notte dei tempi, legate alle celebrazioni dei raccolti e alla temporanea sospensione dei lavori agricoli. L’antico Ferragosto collegava cosi le numerose feste di un mese dedicato al riposo- augustalia- dopo le fatiche dei mesi precedenti. Insomma niente di nuovo dai tempi del divino augusto 🙂
Nel corso dei festeggiamenti  in tutto l’impero si organizzavano corse di cavalli e  gli animali da tiro, buoi, asini e muli venivano dispensati dal lavoro e agghindati con ghirlande di fiori.
Nell’occasione gli schiavi e i dipendenti auguravano buona vita ai padroni ottenendo in cambio una mancia.
Però la festa allora cadeva il 1º agosto, inaugurando così i festeggiamenti di un mese intero; lo spostamento al 15 del mese si deve alla Chiesa Cattolica, che, tanto per cambiare, la incamerò facendola coincidere con la ricorrenza dell’Assunzione di Maria.
La tradizione popolare della gita turistica di Ferragosto, ormai fissato al 15  del mese, nasce invece durante il ventennio fascista, quando il regime, a cominciare dalla metà degli anni venti, organizzava, attraverso le associazioni dopolavoristiche delle varie corporazioni, centinaia di gite popolari, grazie all’istituzione dei “Treni popolari di Ferragosto”, a prezzi fortemente scontati. L’offerta , limitata ai giorni 13, 14 e 15 agosto , comprendeva la “Gita di un sol giorno”, nel raggio di circa 50-100 km, e la “Gita di tre giorni” con raggio di circa 100–200 km.

Curiosità:

In Lombardia e Piemonte, fino ai primi decenni del XX secolo, era usanza dei datori di lavoro “dare il ferragosto” (in lombardo dà el faravóst) che consisteva in danaro o beni commestibili ai dipendenti, in modo che potessero trascorrere lietamente quel giorno.
E ancora: sapete quale è il piatto tradizionale di ferragosto? il piccione arrostito. Tale usanza pare sia nata in Toscana, in epoca carolingia. Questo ho sempre letto ma faccio presente che nei miei monti Liguri da secoli ci si rimpinza con elaborati ravioli e poi con torte di verdura, di riso, di pane e i famosi ripieni : cipolle, zucchini e pomodori appunto ripieni e cotti nel forno a legna.

24 pensieri su “Ferragosto: dagli Augustalia, al fascismo, ai nostri giorni”

  1. Confermo la tradizione del piccione per la Toscana. In Sicilia si magna solitamente pesce.
    Il mio Ferragosto sarà una festa pazzesca, domani ho gli ultimi preparativi…vieni anche te Viki? 😀 aahahahahha

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      1. Bello…è sempre un giorno di riferimento, anche perchè dopo quel giorno si cominciano ad avvertire i primi cambiamenti di stagione che poi aprono l’autunno.
        Se capiti a Firenze ahahah, mi vedrai all’opera coi cocktails e acrobazie da barman (la prima volta ho rotto 10 bottiglie ahahah) 😉

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      2. Figurati, oramai non rompo più nulla 😀
        A scuola ho fatto una bellissima collezione di piatti e bicchieri rotti… 😀

        Ci sentiamo, buona giornata!

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      1. Niente di particolare.
        Pentolino.
        1/2 Cipolla tagliata a fettine
        Fare rosolire.uhm che profumo.
        1/2 peperone
        1/2 scatola di pelati
        6 fette di burro.
        1/2 dado
        Intanto che cuoce , aggiungere sempre olio,mettere aceto.se viene troppo acetato,aggiungere zucchero.far cuocere 1/2 ora e la salsa e’ fatta.
        Dario”vissani” chef.ahahah.

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  2. C’è tutto il Ferragosto in queste tue parole, mia dolce viki. Dunque c’è da ringraziare quel galantuomo dell’Augusto e tutti gli altri appresso, come pure il Mussolini, se ci abbiamo una festa così vacanziera…….
    Bacio più che mai e grazie per le noterelle gustose……

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  3. Ahahah no tesoro, a giorni nasce una bimba, è la figlia di un mio cugino, che a differenza degli altri cugini che ho, è un po’ come un fratello… È una storia molto lunga….. Cmq siamo in attesa di Miriam.. 😂😂😂😂

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