Astuzia e santità della volpe

9bi

Penso che fosse l’unica scappatoia
-Travestirmi-
perché non c’era dubbio, non ero una di voi.
Identificabile a vista, bastava che passassi per via
-Eccola-
dicevate subito
i sassi a portata di mano pronti a lapidarmi.
Mi avete ferita, straziata, quasi annientata
fino a quando la mia impotente rabbia si tramutò in astuzia
quella della volpe.
Non mancavano stracci con cui travestirmi.
Non propriamente di stoffa
ma smorfie, occhi bassi, parole prese a prestito
da voi, aria da fanciulla timorata
insomma il turpiloquio dei falsi modi d’esistere.
Mi adattai molto bene a quei panni che finirono
con l’andarmi a pennello
tanto da non parere più un travestimento.
Nessuno penserebbe mai a molestare una donnetta
così grigia e dimessa.
Perché dunque dovrei ora abbandonare la maschera
e rischiare la santità che qualcuno di voi
mi attribuisce?
Anche se un tribunale indagasse incerto
fra il mio essere e l’apparire
rassicurati, amico mio:
non mi crederebbe mai
anche se sotto giuramento dichiarassi
che non sono quella che sembro.

8 pensieri su “Astuzia e santità della volpe”

Lascia un commento