
Quando il grido di un gufo diventa la tosse di uno spettro
un condotto d’acqua gorgogliante il lamento funereo
di una veglia
gli alberi mossi dal vento il fantasma di una carrozza
che corre nella notte
allora dolorose presenze s’affollano alle porte.
Mentre il libeccio incattivito spazza con violenza
le nebbie d’autunno
e sbatte, con un groviglio d’ossa,il bosco rinsecchito
lei bussa alla mia porta
la lunga veste bianca un tronco di betulla
i capelli, serpi intrecciate di rossa boungavillea.
L’accompagnano i miei gatti morti
lamenti di teschi appuntiti e occhi di smeraldo.
Uno riposa tra le sue braccia
e io rabbrividisco al doloroso miagolio che all’improvviso
si trasforma in pianto
quello del bimbo che non volle nascere
e che lei, con ostinata tenerezza, abbraccia.

un doloroso ricordo che non ti abbandonerà mai e ne sono addolorato
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fa parte della mia vita…
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Ricordo poetico d’un dolorosissimo evento, che segna respiri di vita….
Versi molto originali, apprezzatissimi
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grazie silvia…la vita è anche questo…
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mi hai fatto rabbrividire…credo di averti capita, è un perdita che non si dimentica mai
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sì, mai!
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Certi dolori…
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sono ferite sempre aperte, anche se dai margini puliti
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