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Bistrot parigini:in prima fila i belli, i brutti in fondo, è discriminazione oppure…

bistrot

Se sei brutto , vivi a Parigi oppure sei un turista e vuoi pranzare in uno dei bistrot del gruppo  superlusso Costes, tra i più chic della capitale francese, sicuramente ti verrà assegnato uno dei tavoli peggiori, quello in fondo, dove nessuno, passando davanti al ristorante, potrà mai vederti.
Insomma sarai relegato nella “Siberia”.
Naturalmente questa distinzione non vale per vip e celebrità, che – belli o brutti che siano – vanno sempre sistemati “in prima fila”.

È il settimanale satirico Le Canard Enchaine a denunciare questa politica discriminatoria attuata dalla catena di ristorazione.
Secondo il giornale, che cita come fonte due ex cameriere del bistrot Georges – sul tetto del Centre Georges Pompidou – Costes avrebbe ordinato ai dipendenti di nascondere i clienti più brutti nei tavoli in fondo riservando a quelli più belli in posti bene in vista.

Tali caratteristiche fisiche particolari sarebbero richieste non solo ai clienti ma anche e soprattutto ai dipendenti che verrebbero selezionati in basi a criteri estetici rigidissimi:
fisici da top model, non superare i 30 anni, avere un’altezza minima di 1 metro e 70. Se non si possiedono questi requisiti inutile fare domanda di lavoro da Costes, perché si viene scartati a priori.
E che succede allora con le prenotazioni telefoniche? A quanto pare, in questo caso, i clienti dei ristoranti parigini si ritrovano ad ascoltare sempre la stessa risposta da parte dei gestori:
-Faremo il possibile, ma non possiamo garantire nulla- Solo al loro arrivo il cameriere valuterà se il cliente potrà sedersi al tavolo “panoramico”che aveva richiesto.

Che ne dite? E’ discriminazione oppure “difesa d’immagine”? O tutte e due?

18 pensieri su “Bistrot parigini:in prima fila i belli, i brutti in fondo, è discriminazione oppure…”

  4. Secondo me la questione è da analizzare in due modi. È logico che se un locale riceve una prenotazione da un “vip” cerchi di metterlo in bella mostra 🙂 È una forma di pubblicità gratuita a cui nessun locale rinuncerebbe. È un po’ come la pagina portfolio di un qualsiasi sito. I clienti migliori si “espongono”. E la popolarità si paga anche essendo trattati come una sorta di zoo umano. Molto diverso è invece dover subirle una discriminazione per alcunché, che è sempre e comunque un fatto inaccettabile e intollerabile

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    1. insomma: se sei famoso sei degno di essere mostrato, altrimenti stai in siberia…ma ci sono anche i non famosi che comunque devono essere di bell’aspetto… poi il personale , che deve essere sul tipo modelli e modelle. quindi, in definitiva, lavora esta in prima fila solo chi la sorte ha favorito…e questa è discriminazione

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      1. non ho detto questo però 🙂 non sei degno, sei obbligato, cosa che a me darebbe anche particolarmente fastidio. Tutto il resto, clienti discriminati, camerieri ecc è una merda che non accetto

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  5. Vorrai avere la soddisfazione di prenotarci,andare lí e poi snobbarlo come postaccio e andarmene in quello di fronte dove puoi sederti vicino a chi ti pare,bello o brutto che sia,che ai miei occhi i miei amici sono tutti bellissimi.Ma chi decide se uno è bello o no? Secondo me guardano se hai il vestitino firmato da soldi

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