L’ALBATROS da Les fleurs du mal di Charles Baudelaire,testo originale, traduzione, commento , analisi e video

http://philibertlacouane.p.h.pic.centerblog.net/o/8a8cc014.jpg

Souvent, pour s’amuser, les hommes d’équipage
Prennent des albatros, vastes oiseaux des mers,
Qui suivent, indolents compagnons de voyage,
Le navire glissant sur les gouffres amers.

A peine les ont-ils déposés sur les planches,
Que ces rois de l’azur, maladroits et honteux,
Laissent piteusement leurs grandes ailes blanches
Comme des avirons traîner à côté d’eux.

Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule!
Lui, naguère si beau, qu’il est comique et laid!
L’un agace son bec avec un brûle-gueule,
L’autre mime, en boitant, l’infirme qui volait!

Le Poète est semblable au prince des nuées
Qui hante la tempête et se rit de l’archer;
Exilé sur le sol au milieu des huées,
Ses ailes de géant l’empêchent de marcher.

L’ALBATRO

http://a136.idata.over-blog.com/3/00/38/61/albatros/albatros_a_sourcils_noirs_en_vol.jpg

Spesso, per divertirsi, gli uomini d’equipaggio
Catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari,
Che seguono, indolenti compagni di vïaggio,
Il vascello che va sopra gli abissi amari.

E li hanno appena posti sul ponte della nave
Che, inetti e vergognosi, questi re dell’azzurro
Pietosamente calano le grandi ali bianche,
Come dei remi inerti, accanto ai loro fianchi.

Com’è goffo e maldestro, l’alato viaggiatore!
Lui, prima così bello, com’è comico e brutto!
Qualcuno, con la pipa, gli solletica il becco,
L’altro, arrancando, mima l’infermo che volava!

Il Poeta assomiglia al principe dei nembi
Che abita la tempesta e ride dell’arciere;
Ma esule sulla terra, al centro degli scherni,
Per le ali di gigante non riesce a camminare.

Commento e analisi:

Baudelaire paragona se stesso (e il poeta in generale) all‘albatro, quell‘uccello che è magnifico ed elegante in volo, ma sgraziato e goffo quando tenta di muoversi a terra. Sì, perché ogni poeta si sente forte e potente mentre compone, però dalle persone “normali“ viene lasciato in disparte e deriso -è Lui che, avvezzo alla tempesta, si ride dell‘arciere: ma esiliato sulla terra, fra scherni, camminare non può per le sue ali di gigante-. Così Baudelaire è riuscito in pochi versi a trasmettere il malessere del poeta, di colui che cerca sempre il significato profondo delle cose e non si ferma alla superficie, che vuole andare al di là della realtà ma che non viene compreso dagli altri. Spesso, per divertirsi, i marinai catturano degli albatros, grandi uccelli marini. Appena li poggiano a terra, questi animali maestosi diventano ridicoli. Hanno grandi ali (l’apertura alare arriva a circa 4 metri) ma il corpo è piccolo rispetto ad esse per cui, pur essendo maestosi in volo, diventano ridicoli quando tentano di camminare. A questo punto i marinai iniziano a torturare
l’uccello, lo deridono mimandone l’andamento goffo. Il poeta, dice Baudelaire, è simile al principe delle nubi, che sfida la tempesta e se la ride dell’arciere. Una volta però esiliato sulla terra le sue ali di gigante gli impediscono di camminare. Quello del poeta di Baudelaire non è solo il “malessere di un secolo” ma anche quello attuale, di tutti quegli uomini che non riescono trovare, in mezzo agli altri, la possibilità di potersi esprimere e di essere compresi.

Ancora una volta i versi del Poeta trattano di incomprensione che non va interpretata solo e semplicemente come “convinzione di superiorità” ma anche come “incapacità” insita in molti umani di trovare negli altri una possibilità di comunicazione.

Estratto da http://www.scuolissima.com

Ecco perché amo tanto questa poesia di Baudelaire: la solitudine e l’incomunicabilità sono il marchio dei nostri tempi…

Inserisco l’omaggio musicale di Cix79,perfetto qui… ti ringrazio… smuakk!!!

2 pensieri su “L’ALBATROS da Les fleurs du mal di Charles Baudelaire,testo originale, traduzione, commento , analisi e video”

Lascia un commento