E’ morto a 83 anni Franco Interlenghi un “signore” del cinema,straordinario quindicenne in “Sciuscià” di Vittorio De Sica

Davanti alla cinepresa di Vittorio De Sica alla scoperta di quel neorealismo che lo porterà fino all’Oscar nel 1947, un anno dopo le riprese, Franco interpretò magnificamente il 15enne di “Sciuscià”. Non doveva fare l’attore, De Sica lo aveva trovato sulla strada scegliendolo per la spontaneità e l’immediatezza: ma proprio queste doti lo proiettarono rapidamente nel piccolo olimpo dei “giovani e belli” della nuova generazione d’attori, lontana dai cliché e dalla formazione accademica. Così, tre anni dopo, Luciano Emmer lo vuole per “Domenica d’agosto” e lo consacra alla celebrità.
Lo scelgono Soldati (“La provinciale”), Fellini (“I vitelloni”), Antonioni (“I vinti”), Bolognini (“Gli innamorati”) tra il ’51 e il ’53 quando passa da un set all’altro, conteso perfino dalle grandi produzioni straniere che sbarcano nella Hollywood sul Tevere. Diventa così popolare che a scorrere la sua filmografia dei tempi d’oro si potrebbe farne un compendio del cinema italiano di quei tempi, tra kolossal in costume (“Fabiola”), commedie popolari (“Don Camillo”), farse (“Totò, Peppino e i fuorilegge”), film storici (“Addio alle armi”), musicarelli (“Canzoni di mezzo secolo”), racconto sociale (“Processo alla città”). A cavallo del decennio successivo è ancora il volto preferito di Rossellini (“Il generale della Rovere”) e Bolognini (“La notte brava”).
E’in tv che una nuova generazione di spettatori lo scopre dagli anni ’80 in avanti fino alle recenti apparizioni in serie di successo come “Il maresciallo Rocca” o “Don Matteo”, vicino a Luigi Proietti o Terence Hill.
Interlenghi è stato un signore del nostro cinema quando eravamo “grandi” nella settima arte: lucido, sobrio, mai manierato, per questo mi è parso giusto ricordarne oggi la scomparsa.

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