Cronache dal Mausoleo: ribellione vittoriosa al brodo estivo della sera

cena asterix

Le usanze della mia famiglia non cambiano mai: penso che già 500 anni fa, a cena, d’estate ci si dovesse sorbire il brodo, rigorosamente di carne mista, manzo e pollo, servito in tazza.Questo per almeno tre sere alla settimana.Forse qualche antenato era finito tra i beduini del deserto e, preso nota che si dissetavano con bevande calde, ha importato l’usanza.
Nauseante.
Comunque da sempre me ne viene messa davanti una tazza che al solito assaggio appena, perché in fondo si tratta di un solo mese e poi spesso ceno fuori.
Insomma è una specie di rito, a cui il parentado si è assogettato di buon grado.
Ma ieri sera la tradizione del mio rispettoso silenzio si è interrotta.
Arriviamo a tavola con la sottoscritta già scazzata dal diverbio avuto con zia Dalia:il mio amato Big, che si aggira con entusiasmo per casa alla scoperta di chissà quali tesori felini è entrato in camera sua e, trovato l’armadio semichiuso, ci si è infilato dentro sistemandosi a dormire sui suoi indumenti, preziosi golfini e roba simile.
Lei ha spalancato l’anta alla ricerca dell’addobbo serale disturbando il sonno del grosso felino che è zompato fuori spaventandola a morte.
Strilli a non finire e maledizioni varie all’indirizzo del gattone, maledizioni che ho rimandato logicamente alla mittente: lo scontro è stato inevitabile e si è placato solo con l’intervento pacificatore del marito e di ale.
Dunque arrivo a cena e mi trovo davanti, insieme allo sguardo di dodici dei miei amati parenti, anche la zuppiera fumante con il solito brodo; così:
-Quest’anno si cambia- dico- la tazza sparisce, odio il brodo di carne e sono vegetariana.Quindi passo direttamente al formaggio e al verdurame-
La voce aveva un tono pericoloso, quello che prende automaticamente quando sono esasperata e che consiglia il silenzio ma il reverendo gesuita non è decisamente un uomo prudente:
-Mia cara, brodo a parte, tu mangi troppo poco, sei magra, ma quanto pesi? –
– 53 kg- ho risposto e il gelo era palpabile.
-Appunto, alta come sei pari un lampione, scusami. E lei- rivolto a mio marito- non le dice niente?Ai miei tempi le donne piacevano con qualche curva in più, non sono nato prete…-
E giù una risatina ecclesiastica, imitata naturalmente dal parentado, che mi ha fatto imbufalire del tutto.
-Senti alberto, pensa a dir messa, chiappe e tette non sono di tua competenza…Oppure sì?-
-Oddio…- questa è mia madre, ho creduto le venisse un colpo.
Il don è diventato paonazzo ma ha taciuto e nel silenzio tombale si è levata la voce di nonna Armida:
-Ovvìa, se la bimba ‘un vole il brodo e la ‘arne ‘he mangi la su’ erba: l’è sempre stata magra e poi sa quello che l’è meglio per la su’salute e te,alberto,leggi il tu’ messale, vai…-
Credo proprio si sia interrotta una tradizione,forse qualcuno mi seguirà,chissà,magari nelle fondamenta del mausoleo si è aperta una crepa 🙂

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