Un mercato che non conosce crisi: quello del “tarocco”

Un mercato, quello della contraffazione che non conosce crisi e che ogni anno fattura sei miliardi e 900 milioni di euro: se fosse un fatturato emerso frutterebbe alle casse dello stato cinque miliardi di euro, permetterebbe di abbassare la pressione fiscale dando anche la possibilità di creare 110.000 posti di lavoro.
Lo ha spiegato Loredana Gulino,direttore generale per la lotta alla contraffazione al Ministero dello Sviluppo Economico, che, a Napoli, ha presentato la ricerca effettuata dal suo dicastero insieme al Censis sui giovani e il mercato del falso.
Dall’indagine, effettuata su un campione di 500 giovani tra i 18 e i 25 anni a Roma, è emerso che il 74,6% dei giovani acquista merce contraffatta.
Al primo posto della classifica dei prodotti più venduti nel mercato del falso ci sono i capi d’abbigliamento (67,3%), seguiti da cd e dvd (48,3%), accessori come cinture, portafogli, borse (45,3%), scarpe (37,5%), occhiali da sole (31,6%), orologi e bigiotteria (20,1%), prodotti elettronici(20%) prodotti informatici(18,2%), profumi e cosmetici (16,1%).
Il luogo favorito per l’acquisto “tarocco” è la strada, con le bancarelle (indicata dall’81,2% dei giovani); seguono i mercati (48%). Altro luogo dove sembrano abbondare gli acquisti di falsi è la spiaggia (32,7%). Il 16,6% dei giovani li compra su Internet. E il 7,5% anche in case private. Solo l’11 per cento degli intervistati afferma di essere convinto di acquistare un prodotto originale. Per il resto, si acquista il falso nella consapevolezza e sopratutto con la volontà di risparmiare (69,6%), poi di possedere qualcosa di poco impegnativo (29,8%) o di cui si ha effettivamente bisogno (28%).
-L’industria della contraffazione rende moltissimo, sottraendo risorse e posti di lavoro alla collettività, dobbiamo spiegarlo ai giovani per far capire che si tratta di un reato grave come il furto, mentre oggi il 66,5% di loro pensa che l’acquisto di merce contraffatta sia un atto socialmente accettato- spiega Loredana Gulino.
E voi a tarocco come state?

4 pensieri su “Un mercato che non conosce crisi: quello del “tarocco””

  1. Peccato che se fosse fatturato non potrebbero sbolognarlo a quei prezzi, anzi, tutti i negozianti si sentirebbero autorizzati ad aumentarli; non ci sarebbe questo tipo di concorrenza (senza dubbio illegale e fastidiosa). Perché, invece, non si preoccupano di abbassare i prezzi di tutto, a cominciare dalle materie prime? Se vivessimo in un mondo giusto ed equo non ci sarebbe la criminalità. Ovviamente è un pensiero personale. 🙂

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  2. io di tarocchi non me ne intendo…so però che un dopo barba di noto nome costa 60 €, se il commerciante è onesto, mentre il costo reale è meno di 5 €…allora se vado, ad es, in Egitto e nella profumeria mi fanno esattamente lo stesso profumo con una quindicina di € (se tratti anche 10..) perché non dovrei comprarlo? perchè non c’è il logo sopra?
    Per puro caso so il costo reale di una borsa da donna, una delle più note marche, che viene venduta a 1.050 euro a Milano, con la scritta made in Italy.. .la fanno i cinesi a Prato al costo complessivo di euro 37…ma l’etichetta è vera: made in italy e Prato lo è….
    Quindi non ti so rispondere….con l’aria che tira chi si può permettere certi prezzi? i soliti noti

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