Racconto della luce
cosa fai al buio, nascosto sotto il tavolo
lasciami guardare, lasciami contare le viole
sulle braccia, le gambe, la bocca immobile
battaglie estese di tempie addormentate
su scorze di cemento
fuga rappresa negli occhi
di un corpo ormai privo del senso
e se ti raccontassi la luce
una guerra primordiale
esplose nel cielo come la saetta
nella crepa di una roccia avida
scoscesa altalenante di una cava
raccolta di flutti
boato di porpora e ocra.
Due uomini alati, uno di bianco, l’altro era nero
contrassero la cima in argilla
l’ira sui piedi, i pugni, la tensione del nervo
avvinghiarono, s’avvinghiarono
arsero una lotta superba
tra inguine e ventre
respiro del primo atto di una fusione
una morsa di cielo
Nessuno vinse
altri persero
gli occhi non sapevano inganno
il tremore spesso, spesso le guardate
vocazione di un duello talvolta arreso.
I fiati carezzavano labbra aride
l’umida sentenza…
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