quando il cinema italiano era grande: un immenso Nino Manfredi in “brutti, sporchi e cattivi”

eccovi la famiglia “brutta, sporca e cattiva”…in foto e sotto, in video

https://www.youtube.com/watch?v=VSPA4zPc2K8

“Brutti, sporchi e cattivi” è un film del 1976 diretto da Ettore Scola, con un Nino Manfredi che la critica, concorde, ha definito GRANDE nella sua migliore interpretazione, anche se probabilmente la meno conosciuta.
Fa da coprotagonista la periferia romana dei primi anni settanta con le sue baracche, fotografate senza pietà da Scola con tutte le loro miserie, morali e materiali.
Nel film , vincitore del premio per la miglior regia al 29º Festival di Cannes, si racconta la storia di una famiglia di circa 25 persone , compresi amanti e nonna, che vive in una baracca composta da un unico locale dove regna una miseria morale e fisica da brivido. Manfredi, il capofamiglia,guercio, dispotico e fedifrago, tratta familiari e vicini al pari delle bestie.
Tiene nascosto un tesoretto , risarcimento per un incidente in cui ha perso un occhio per un getto di calce viva, che difende con ogni mezzo dall’avidità di figli e parenti. Un bel giorno si innamora di una prostituta napoletana opulenta e se la porta a vivere nella baracca. Allora la legittima consorte con i figli decidono di eliminarlo, ma non è lo sdegno che li muove bensì quel famoso tesoretto che il vecchio tanto abilmente nasconde. Cercano di avvelenarlo con un topicida ma giacinto sopravvive e vende la baracca a un altro disgraziato come lui che quindi si sistema con la già numerosa famiglia andando ad aumentarne la miseria.
Il film si conclude con la stessa scena iniziale della bambina che va a riempire i secchi d’acqua. Ma mentre gioca a saltare su un piede solo si vede il profilo ingrossato della sua pancia. Qualcuno, forse un familiare o forse uno dei nuovi abitanti della casa, l’ha messa incinta.
Se non lo si è visto…da non perdere.